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I salsi umori, onde la fronte è molle, Scuote, e le piume, onde ha la chioma aspersa Crollando il capo, e quanto può l'estolle, E soffia incontra la procella avversa; Così nel mar, che freme irato e bolle, A le rive la vista ei tien conversa, E con le man robuste, e con le piante Facea contrasto a l'Ocean spumante.

Ed altra volta Madian non vide Allor che 'l sol ne l'Ocean soggiorna, Con poche larve e con trecento soli Condursi a morte innumerabil stuoli?

mai rifulse nel trascorso assalto L'elmo cotanto incontro a i guardi avversi, chiari lampi da l'etereo smalto, Pur ch'ei lo scota, se ne van dispersi, E l'almo brando, s'ei lo vibra in alto, Rassembra i rai ne l'Ocean ben tersi Pur d'Orione, e per lo cielo oscuro Men che lo scudo suo risplende Arturo.

Stava Ridolfo infra lo stuol più folto Sventolando d'Enrico alto stendardo, Ed avea d'oro il crin, di rose il volto, Nato in Bologna a l'Ocëan Piccardo. Non prima il rimirò, ch'a lui rivolto Alcasto in petto gli fissò lo sguardo, Ed a punto ove fermo il guardo ci tenne, L'acutissimo strale a ferir venne.

Sorta da l'Ocëan l'alba lucente Ne chiama a l'armi: io tue seguaci schiere Spingerò contra l'assediata gente, Se così ferma il tuo real volere. Gli risponde Ottoman: nel presente Mostri quanto ha valor, quanto ha potere Per la vittoria il mio gran campo: io poi Rodi vinta in preda ai furor suoi.

Ed ecco in alto un fiammeggiar profondo Correa di tuoni orribile infinito; Traggo al rimbombo l'Ocean dal fondo De gli antri spaziosi ampio muggito; Tutto si scuote il ciel, si scuote il mondo, Si scuote infra gli abissi il gran Cocito; Ed orrendo AMEDEO spegne e minaccia Il campo avverso, e ne la fuga il caccia.

Poscia dal tranquillissimo sereno De gli almi alberghi a l'Ocean discende, Per tal sembianza ch'augellin via meno Verso i sicuri nidi a volar prende; Qual vola in un momento aureo baleno, Se de l'oscure nubi il grembo fende, Tal ei volò su i tempestosi flutti E ne trasse AMEDEO su i lidi asciutti.

Tanto affanno, diss'ei, tanto quì sento Sparso dolor, perchè l'ignobil terra D'isola angusta altri n'usurpi e spento Caschi un sol Duce e senza biasmo in guerra? Non di danno vil tempra il tormento Il mondo immenso, e l'Ocean, che 'l serra? Ove ad un cenno sol tanto reggete, Che certo Rodi disprezzar potete?

, se l'alba risorge, o 'l carro ardente Lava ne l'Ocean Febo dorato, Egli arso, egli anelante unqua consente Pur da se dilungarsi il viso amato; Ed oggi a riguardar l'armata gente In real seggio ei la si vuol da lato, Perchè del campo ciascun'alma inchina Volga le ciglia in lei, come in reina.