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Popol seguìa, ch'abbandonò le rive Di Xanto, e d'Ida la selvosa altezza, Ove nude mostrar l'antiche dive Al mortal guardo l'immortal bellezza; È duce Alcasto; di costui non vive Braccio, ch'avventi stral con più certezza; Quì seco d'armi nove insegne ei mena, del Xanto rivide unqua l'arena.

Tu, che per arco memorabil splendi, E ben Rodi il provò su la muraglia, Per quale assalto il serbi? a che nol tendi? Ed a costui fier non dai battaglia? Risponde Alcasto: a gran ragion m'accendi; Ecco io sono a provar quanto ei mi vaglia, E s'al presente il suo valor fia poco, Faronne pezzi, o lo porrò sul foco.

Però se prova ne lusinga il core, Onde nostra memoria in pregio saglia, Quì con la spada in man non perdiam l'ore, Che se ne corre a fin l'aspra battaglia; Co' proprj Turchi, singolare onore, Alcasto fier noi peregrini agguaglia Sotto l'insegne, e d'Ottoman l'altezza Non scarsamente i nostri nomi apprezza.

parla, e sempre indarno; alta paura Tragge gli stuoli a più poter fugati; Parte disperde il piè per la pianura, Parte vanno a trovar gli ampi steccati: Ed allora animosi oltra misura Lor sono al tergo i Rodiani armati; Quivi pur volto a ritentar contrasto Dicea Giassarte al sagittario Alcasto: XIV

Quei l'alta donna reverente onora; Ed ella a lui, che le s'inchina avanti; Alcasto, il nostro Re dove dimora? E perchè quì tante querele e pianti? Il Capitan per la pietate allora Colma di più dolor voce e sembianti, Ed a Sultana la miseria indegna Con modo accorto palesar s'ingegna.

Stava Ridolfo infra lo stuol più folto Sventolando d'Enrico alto stendardo, Ed avea d'oro il crin, di rose il volto, Nato in Bologna a l'Ocëan Piccardo. Non prima il rimirò, ch'a lui rivolto Alcasto in petto gli fissò lo sguardo, Ed a punto ove fermo il guardo ci tenne, L'acutissimo strale a ferir venne.

Di nove torri a meraviglia altiere Afforzasi di Rodi il muro antico; Tre col valor de l'assegnate schiere Incontra Alcasto ne difende Enrico; E sovra tre Fernando alza bandiere, Che l'intrepido Alfange avr

Indi sen esce, e sul gran pian comparte L'ordin de la battaglia; al manco lato Pon Turacano, al destro il fier Giassarte; Bostange al mezzo, e 'l fiero Alcasto ha dato, I cavalieri a l'una e l'altra parte; Così comanda, e ne l'acciar gemmato Sul gemmato destrier lunge risplende, E gli stuoli schierati a guardar prende.

Alto crollando de le piume sparte I gran cimier su la velata testa Bostange, Alcasto, e 'l non minor Giassarte D'uccider mai, mai di ferir non resta; E quinci appar di sanguinoso Marte Più crudele sembianza e più funesta, Di ferri scossi più terribil suono Più minacciar, più dimandar perdono.

Del grave duolo il vago volto impressa Va tra l'armate genti; ognun la mira, E mirarla di duol cotanto oppressa Più fuor de gli occhi altrui lagrime tira. Ella ciascun di dimandar non cessa, Ma tacendo ver lei ciascun sospira; Pur volge il guardo, ove dolente stassi Piangendo Alcasto, e col