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Sotto vago cimier ch'alto risplende Per piume, onde airon videsi alato, La fronte giovenile orna e difende Sopra le chiome d'or feltro dorato; Giù da cinto di smalti il brando pende Ed ha ne la sinistra arco lunato, E la faretra gli sonava al tergo, D'acuti strali singolare albergo.
Squarciansi de l'usbergo in un momento Le ricchissime vesti, onde era chiaro; E del cimier, che si crollava al vento Lunge le piume dissipate andaro; Ma de lo scudo nel temprato argento Di tanti dardi penetrò l'acciaro, Che nulla più da saettarsi avanza; Ed ha di folta selva omai sembianza
Chi con colori accompagnati ad arte letizia o doglia alla sua donna mostra; chi nel cimier, chi nel dipinto scudo disegna Amor, se l'ha benigno o crudo. 73 Soriani in quel tempo aveano usanza d'armarsi a questa guisa di Ponente.
Alto crollando de le piume sparte I gran cimier su la velata testa Bostange, Alcasto, e 'l non minor Giassarte D'uccider mai, mai di ferir non resta; E quinci appar di sanguinoso Marte Più crudele sembianza e più funesta, Di ferri scossi più terribil suono Più minacciar, più dimandar perdono.
Tale al grande AMEDEO fassi da presso, E col furore estremo, onde s'accende, Batte lo scudo, e col furore istesso L'elmo e 'l cimier ch'immortalmente splende. Ma non che di piagar gli sia concesso Lui, che l'arnese eterno arma e difende, Rintuzza il brando. Ed AMEDEO gli ha posta La fiera spada ne la destra costa. */
Siede in sul suolo, et ad un tronco annoso Di salvatica quercia appoggia il fianco, E mal reggeva, a rimirar pomposo Per grande ala di cigno il cimier bianco; Or visto Dardagan, nel cor doglioso Gli spirti aduna, che venian gi
Ha purpureo cimier, purpurea vesta E ne lo scudo l'immortal Fenice; Senza destrier co' piedi il suol calpesta; E nacque in Perga; il nome è Berenice. Qui subita d'amor calda tempesta Sorge nel petto a Dardagano, e dice: Non morir, no, le mie preghiere intendi, Salva te stessa, ed a sperare apprendi.
Nel fier tumulto Turacan s'accorse Al gran cimier, che d'ogni intorno alluma Ove AMEDEO travaglia in armi; e sorse Tale ira in lui, che da le labbra ei spuma; E troppo osando col
Mentre così dicea, volge animoso Lo sguardo acceso di terribil lume, E su l'elmo scotea cimier pomposo Di fregi d'oro, e di purpuree piume; Sembra fra' suoi seguaci olmo frondoso, Che trema i verdi rami in ripa al fiume Sotto Aquilon. Folco godea, che 'l vede Fiero cotanto; indi moveva il piede.
103 Se béi con questo, vedrai grande effetto; che se porti il cimier di Cornovaglia, il vin ti spargerai tutto sul petto, né gocciola sar
Parola Del Giorno