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La testa inclinata sul petto; lo sguardo fisso sui mazzi di rose del bianco tappeto; le ciglia irsute; il respiro precipitoso; e' rifletteva. Poco a poco, però il suo viso spianossi. Trovandosi in piedi innanzi ad una Psiche, vi si mirò. La sua bocca s'increspò allora ad una leggiera smorfia, che aveva l'aria di un ghigno uno di quei sorrisi che d

Sono, tutt'intorno, sulle poltrone, sulla tavola, a terra, molte altre pelliccie irsute, aggomitolate a guisa di belve, che mescolano forme e colori, bigio, nero, bianco, rosso di fuoco, argento, su cui la seta delle fodere mette riflessi di metallo. Gioconda va speditamente incontro a Folco. Sto cercando annuncia con un sorriso qualche cosa che mi si adatti: una giacca o una stola.

~Bemolle~! gridò alla seconda volta. BEMOLLE! urlò, frenetico, calpestando i pedali, afferrando con mano febbrile le irsute nere chiome che gli coprivano serrate e crespe la testa come un berretto d'astrakan. Cos'ha questo «bemolle»? chiese Fräulein alzando blandi occhi dal suo lavoro. Anne-Marie rise. Io non so che cos'ha. Mi pare diventato matto!

Il Sala, che l'aveva ascoltato pazientemente, capendo poco in tutti que' garbugli messi fuori con tanto calore, si fece verde come l'aglio; i suoi occhiacci mandarono un lampo sotto alle sopracciglia irsute; ma li abbassò subito di traverso come suo padre, buon'anima, e parve che si calmasse. Fece il maravigliato.

Un poeta a considerare quel pianto sotto quelle ciglia irsute scendere per un viso adusto e di dure sembianze, quale era quello di Ghino, avrebbe súbito trascorso col pensiero ai versi di Omero, nei quali egli paragona il pianto di Agamennone «.......... a cupo fonte, Che tenebrosi da scoscesa rupe Versa i suoi rivi........... ¹» ¹ Iliade, Libro 9.

Mostro ei mirò, che lungo e macilento Viengli incontro per tòrto aspro sentiere: Come punta di falce adunco ha il mento, D'asin le orecchie e il naso ha di sparviere; Tien l'ali a tergo, e le svolazza al vento, Intrecciate di scope ispide e nere; Gambe ha di ragno e membra irsute e viete, E su la testa un gran cappel da prete.

Volto duro come intagliato in pietra serena: occhi sanguigni infossati sotto sopracciglia irsute, più che ad altro somiglianti a lupi dentro la lana; voce cupa e arrotata. Siamo sempre vivi, gli domandò il Conte sorridendo. Eh! proprio per miracolo di san Niccola. Dopo l'ultimo ammazzamento, che commisi per vostra Eccellenza... Che vai tu farneticando, Olimpio?