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Ed ecco che Anne-Marie spicca la volata della cadenza ascendente, e si ferma sul pianissimo «re in alt», colla morbida sicurezza con cui una piccola volatrice di trapezio mette dopo un volteggio il piede fermo. Bemolle, che stava in piedi, si siede improvvisamente. Il Professore che era seduto, si alza in piedi. Ora Anne-Marie lancia come un razzo la seconda cadenza.

Anne-Marie fu presentata al direttore d'orchestra, Jaroslav Kalas, tutto sorrisi sotto ai lunghi baffi rossi; e poi Fräulein e il Professore la issarono sul palco, e Bemolle le diede fra le mani violino ed arco. Ed ora Jaroslav Kalas batte il suo leggìo e alza il braccio. Poi ricordandosi a un tratto di qualche cosa, si china verso Anne-Marie. Hai il «la»?

Anne-Marie era una portentosa rivelazione di genio musicale il grande maestro stesso lo aveva detto e doveva quindi restare a Praga, dove vi era il Professore che le dava delle lezioni che nessun altro le poteva dare, e dove v'era anche Bemolle che dedicava tutto il suo tempo e tutto il suo talento a lei. Il Selvaggio ascoltò, con gli occhi fissi su Nancy. E allora...? Ah, sospirò Nancy.

Egli doveva ritornarle un giorno celebre e ricco: partendo non le aveva egli promesso che quando si sarebbe data la sua prima Opera alla Scala di Milano, vi avrebbero assistito insieme, loro due, in un palco colle tende di velluto rosso?... Anche l'opera di Bemolle aspettava, mentre egli correva per l'Europa portando il violino di Anne-Marie. Anche Bemolle era uno dei Divorati.

Bemolle era rimasto presso la finestra, guardando fuori nel buio, mentre l'impresario parlava con Nancy. Ma al primo passo che questi aveva fatto nella direzione della chiusa porta di Anne-Marie, Bemolle si era lanciato in avanti e con un ruggito di belva inferocita si era scagliato su di lui. Bemolle era piccolo e grassotto.

E' vero! esclamò Bemolle, battendosi la fronte. E adesso come facciamo? Bisogner

Ah, così va bene! disse la ingenua Fräulein. E Bemolle le pestò un piede. ... Che cos'è questa clausola dei tre anni? chiese Bemolle. «Que diabledisse l'impresario. Credete forse ch'io voglia far tutta la fatica di lanciarla, perchè voi, dopo sei mesi, me la portiate via? E io posso restare a succhiarmi le dita? Che grossolano personaggio! disse Fräulein in tedesco.

Perchè di ciò che riguardava gli affari, Fräulein, Anne-Marie e meno ancora Nancy potevano dirsi competenti. Anche Bemolle era nervosissimo a questo proposito, perchè, come diceva lui, di transazioni finanziarie non ne aveva mai fatte in vita sua. Bada, disse a Bemolle, che bisogna diffidare degli impresarii. Tutti lo dicono. Lo so, disse Bemolle, gi

E poi uscì dalla stanza gaia e leggera, lasciando nel cuore di Bemolle un senso di vago scontento con la sua Ombra che borbottava in fa maggiore.

Bemolle stringeva i denti e non parlava. L'impresario viaggiava con loro, leggendo i giornali e soffiando nelle loro faccie il fumo delle sue sigarette; poi si addormentava colle mani in tasca, le lunghe gambe stese traverso lo scompartimento, e la bocca aperta. Bemolle lo guardava, covando foschi pensieri.