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Guardai fuori della finestra chiusa, riparata da tendine bianche; oltre la quale si vedevan gli alberi del giardino, spogli di fronde, sotto il cielo bigio d'ottobre; alcuni colombi selvatici s'erano appollajati sui rami e tubavan malinconicamente. Non faceva ancor freddo; ma il mese era assai triste, e l'ora tra le cinque e le sei del pomeriggio, piena di memorie.

La sua pelle, di color pan bigio, portava numerose cicatrici bianche ricevute in diverse battaglie; aveva naso acquilino, labbra sottili, zigomi poco salienti, occhi neri, tetri, che brillavano stranamente e una barba arruffata, ancora più nera, che dava alla sua faccia un'aria cupa, selvaggia, poco rassicurante.

Lorenzo dal canto suo, oltre che non aveva cavato profitto dalle sue imprese, andava ogni giorno scemando di pregio, come le cartelle del debito pubblico in tempi burrascosi. Da lunga pezza il suo vestire era trasandato anzi che no. Il suo eterno vestito nero, che di sera poteva passare, in grazia dell'adagio: di notte ogni gatto è bigio, mostrava maluccio alla luce del sole, essendo gi

«Fui lenta ad introdurre la chiave ed a girarla nell'aprire il mio uscio, per spingere l'occhio indiscreto in quella camera misteriosa. Non vi si vedeva alcuno; ma sopra una tavola accanto al balcone stava un pastrano di mezza stagione, di panno bigio. Io conoscevo quella tinta. Era il soprabito di Max. Dacchè lo conoscevo glielo avevo sempre veduto sul braccio, sebbene non lo calzasse mai. Max era dunque venuto. Era l

Era un giovinotto di volgare aspetto, con un giubbetto bigio e un berrettino di panno bianco orlato di rosso, somigliante a quello che portano i soldati. Mille pensieri a un punto s'urtarono nel cervello di don Aquilino: al vedere colui, s'imaginò che veramente fosse un soldato; avrebbe giurato che gli luccicasse in mano un pajo di manette.

Di sotto il cappellaccio bigio, povero di falde e ricco di nastri e fiocchi a vari colori, l’onda dei capelli, naturali o finti, diffusa su ’l largo collare; diffusa su lo stomaco e sfuggente dall’apertura del farsetto di

e sanza udire e dir pensoso andai lunga fiata rimirando lui, ne', per lo foco, in la` piu` m'appressai. Poi che di riguardar pasciuto fui, tutto m'offersi pronto al suo servigio con l'affermar che fa credere altrui. Ed elli a me: <<Tu lasci tal vestigio, per quel ch'i' odo, in me, e tanto chiaro, che Lete' nol puo` torre ne' far bigio.

Oh la capanna presentava il lato più bruno, su cui s'appoggiava la stalletta di strame bigio e l'abbeveratoio muscoso: dinnanzi a quello, ed era il più caro perché aveva un balconcino di quattr'assi a buchi tondi, fatto apposta e apposta ornato di un prunello selvatico per la massaìna, c'era l'orto ricinto da tanti scheggioni ammucchiati.... Dalla stalletta chiusa, per la finestruccia, come prima, la capra sporgeva la testa.... S'udì ancora un belato....

Giacomo! Giacomo!... Oh, egli era partito! Era lontano!... Non la udiva più! Giacomo! Giacomo!... e il cuore di Cammilla tornava ansioso a cercarlo, e il suo pensiero a seguire una nave fumante nel mare plumbeo, nel mare immenso... una nave che si allontanava sempre, e scompariva sull'orizzonte bigio e nella densit

Giacomo, per tutta risposta, fece passare il fumo della sigaretta per il naso come i Turchi, poi lo inghiottì come gli Spagnuoli; poi, alzando il capo, vide fermarsi poco innanzi al suo tavolino una bella signora, mezzo vestita da uomo, accompagnata da un giovanotto con un soprabitino cortissimo e un berettino di panno bigio; la signora cercava un posto dove sedersi: ma il caffè era tutto pieno.