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Povero amico! sospirò la Teresa ripiegando il foglio e posandolo sul comodino. Si alzò, si vestì, si pettinò da sola. Avvicinandosi alla finestra, sollevò alquanto la tenda, e guardò nel bacino della laguna, a sinistra, dalla parte dov'era ancorato il Colombo. Un vapore mercantile inglese ne aveva preso il posto. Uno sciame di gabbiani, segno di cattivo tempo, svolazzava, stridendo, sull'acqua.

La prima volta che andai a Scheveningen, feci una passeggiata per quelle dune, tanto illustrate dai pittori, le sole alture che intercettino lo sguardo sull'immensa pianura olandese, figlie ribelli del mare a cui contrastano il passo, e nello stesso tempo prigioniere e guardiane dell'Olanda. Vi sono tre ordini di dune che formano un triplice baluardo contro il mare; le esterne sono le più aride, quelle di mezzo le più alte, e quelle interne le più coltivate. L'altezza media di queste montagnole di sabbia non è maggiore di una quindicina di metri; e tutte insieme non s'addentrano nelle terre per più di una lega francese. Ma non essendoci vicino lontano alcun'altura maggiore, esse offrono all'occhio ingannato l'aspetto d'una vasta regione montagnosa. Vi si vedono le vallate, le gole, i precipizi; prospetti che sembrano lontanissimi, e sono a un trar di mano; cime di dune vicine, sulle quali sembra che un uomo dovrebbe apparire appena come un bambino, e pare invece un gigante. A guardar quella regione dall'alto, presenta l'immagine d'un mar giallo, tempestoso ed immobile. La tristezza di questo deserto è ancora accresciuta da una vegetazione selvaggia, che par come la gramaglia di quella natura morta e abbandonata: erbe esili e rade, fiori coi petali quasi diafani, ginestre, eriche, rosmarini, gallinelle, fra cui si vede tratto tratto fuggire qualche coniglio. Per grandissimi spazi non si scorge una casa, un albero, un'anima viva. Passano di tempo in tempo corvi, chiurli, gabbiani; e i loro gridi, e lo stormire degli arbusti agitati dal vento, sono il solo rumore che rompa il silenzio di quella solitudine. Quando il cielo è nero, il colore smorto della terra acquista una chiarezza sinistra, simile a quelle luci fantastiche in cui appariscono gli oggetti guardati a traverso un vetro colorato. Allora, stando soli in mezzo alle dune, si prova un senso quasi di sgomento come chi si trovasse in un paese ignoto, sterminatamente lontano da ogni terra abitata; e si cerca con ansiet

I gabbiani si rincorrono a fior d'acqua gridando, come per giuoco. Girando il Molo Giano per uscire dal porto, Genova intera si apre allo sguardo, vigilata dai forti, incantevole. Vi è per tutto una gioiosa aria di festa! Poco a poco ogni cosa fugge all'orizzonte e si annebbia.

E strada facendo, sballottato nel carrozzone della ferrovia, andava pensando a quella vita silenziosa, a quelle buone creature che aveva lasciate, e che si dileguavano a poco a poco nella nebbia trasparente d’un passato vicino, e vedeva ancora, come fra le nuvole, in un fondo verdognolo, un convalescente ed una vecchierella, una fanciulla ed un cane, l’orso e il scimmiotto i quali lo accompagnavano con l’amore, con l’odio, coll’indifferenza, e lentamente sparivano da lontano; mentre gli si presentava davanti gli occhi la vista della laguna increspata dalle brezze marine, i gabbiani che volavano in giro rasentando l’acqua, il sole del tramonto che tingeva di porpora e d’oro gli alberi delle navi, le invetriate delle case, le cupole e i campanili di Venezia.

Come il cielo era coperto di vapori e il mare appariva cupo e stormi di gabbiani si precipitavano verso la costa gridando, una specie di terrore scese nell’animo di lui. Alla fine Talamonte minore sentenziò: