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Le speranze e i disegni di Garibaldi si dileguavano. Un uomo di così violente passioni che non poteva ammettere separazione fra l'idea e l'atto, aveva potuto sperare d'impadronirsi di Roma, finchè; soltanto le truppe pontificie la difendessero ma dopo la venuta dei Francesi, la più audace fantasia doveva arrestarsi. L'intervento francese e il passaggio dei confini da parte dell'esercito italiano sottraevano ormai a lui ogni terreno per un'ulteriore azione extralegale. Egli vide in questi fatti un piano concertato di reazione, e se ne giudicò vittima. Prima si eran serviti di lui, ora volevano schiacciarlo. Il proclama del Re e di Menabrea gli mostrava che egli dovea aspettarsi un secondo Aspromonte. Messi da Firenze gli portavano la recisa intimazione di deporre le armi e rientrare nello Stato. Egli ricusò, e il primo novembre pubblicò quest'ordine del giorno: «Il governo di Firenze ha lasciato occupare il dominio Romano che noi avevamo a prezzo di sangue prezioso conquistato, sottratto ai nemici d'Italia. Noi dobbiamo accogliere i nostri fratelli dell'esercito coll'abituale cordialit

Ben presto anche la contessa Della Valle e l'amico suo si accorsero del nuovo ambiente che si andava loro formando intorno. Nel palchetto, in teatro, erano lasciati soli, quasi sempre: in casa, appena arrivava Giacomo, le altre visite si dileguavano subito. Poi, le allusioni degli amici e delle amiche, le mezze parole, i sorrisi a freddo, i musi lunghi della Bertù, l'aria diplomatica della Prefettessa, e le effusioni della Calandr

Dopo un istante la valanca fu tutta deserta. L’ombra era venuta, tutta la valle era scura, il sole fuggiva dai prati e dalle foreste e metteva sulle ghiacciaie all’intorno dei colori dolcissimi di rosa e dei riflessi di un azzurro intenso. Poi anche le ghiacciaie allividivano, i raggi orlavano le supreme vette e dileguavano, e solo laggiù in fondo sul Monte Bianco duravano le carezze della luce.

E una mirabile mutazione avvenne nel mio interno, poichè le tristi cose, che fino a quel minuto mi avevano oppresso, ora precipitavano al fondo, si oscuravano, si dileguavano, cedevano il luogo al sentimento salutare che il solo aspetto di lei e di mio fratello bastava a suscitarmi.

Poi a poco a poco le fate, le principesse, i mostri si dileguavano come nuvole di nebbia: il fuoco non scoppiettava più, il vento taceva, e.... un letticciuolo caldo accoglieva tra le sue coltri ospitaliere una bambina addormentata. Or bene: ritorniamo piccini un'altra volta e siate contenti ch'io vi racconti una storiella, una storiella vera, però.

Nel cielo di ottobre, quasi a fior delle acque, la luna piena pendeva come una dolce lampada rosea. Le montagne e le colline, dietro, avevano forma di donne adagiate. In alto, passavano le oche selvatiche, senza gridare, e si dileguavano. I sei uomini e il mozzo prima manovrarono d’accordo per prendere il vento.

E le stelle si dileguavano ad una ad una come i fochi d'un campo che si prepara sull'alba alla mossa. E l'alba incoronava l'estremo orizzonte di una luce di vita nascente.

La tua anima è lontana, Clara le disse, una sera. Non è che malata, tanto malata ella si lamentò. Non speri di guarire? Sperare di guarire? Questa guarigione è anche la morte. La morte è di tutte le anime che hanno amato. È vero ella concluse, a capo basso. Adesso, ogni tanto, guardandola, mentre essa lo guardava, gli pareva di vedere delle lacrime negli occhi. Ma esse si dileguavano.

E strada facendo, sballottato nel carrozzone della ferrovia, andava pensando a quella vita silenziosa, a quelle buone creature che aveva lasciate, e che si dileguavano a poco a poco nella nebbia trasparente d’un passato vicino, e vedeva ancora, come fra le nuvole, in un fondo verdognolo, un convalescente ed una vecchierella, una fanciulla ed un cane, l’orso e il scimmiotto i quali lo accompagnavano con l’amore, con l’odio, coll’indifferenza, e lentamente sparivano da lontano; mentre gli si presentava davanti gli occhi la vista della laguna increspata dalle brezze marine, i gabbiani che volavano in giro rasentando l’acqua, il sole del tramonto che tingeva di porpora e d’oro gli alberi delle navi, le invetriate delle case, le cupole e i campanili di Venezia.

Fra donna Laura e Loreta le spiegazioni furono brevissime. Allorchè la giovane venne innanzi alla contessa e che questa con un ironico sorriso sul labbro la fissò in volto, alteramente, senza parole, ella, nascondendo tra le palme il viso infiammato, cadde in ginocchio dinanzi a lei. Non pensò a scolparsi: non sapeva e non poteva: il suo fallo in quel momento le parve così grande da rendere vana ogni difesa. Tutte le ragioni possenti della sua anima assetata di amore, del suo sangue ardente di giovinezza e di salute, del suo pensiero sedotto dall'ebbrezza più sublime, ora, dopo averla costretta all'obblio di tutto, si dileguavano dal suo pensiero, si cancellavano, sparivano. Al cospetto di quella madre, di cui aveva tradito la fiducia, volgarmente, si sentiva disarmata, senza scusa, immeritevole di piet