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Qui è la pompa suprema, è la metropoli della metropoli, la reggia aperta e perpetua di Parigi, a cui tutto aspira e tutto tende. Qui la strada diventa piazza, il marciapiede diventa strada, la bottega diventa museo; il caffè, teatro; l'eleganza, fasto; lo splendore, sfolgorìo; la vita, febbre. I cavalli passano a stormi e la folla a torrenti. Vetri, insegne, avvisi, porte, facciate, tutto s'innalza, s'allarga, s'inargenta, s'indora, s'illumina. È una gara di sfarzo e di appariscenza che tocca la follia. V'è la pulizia olandese, la gaiezza d'un giardino, e tutta la variet

Intanto albeggiava; la giornata almeno per quello che se ne poteva preconizzare doveva essere uggiosissima: il cielo pareva di piombo, la terra era coperta di neve, grossi stormi di corvi alleggiavano per quei dintorni. Sulla spianata di Baune io vidi un corazziere in alta tenuta, ritto, stecchito al piede di un albero.

Come il cielo era coperto di vapori e il mare appariva cupo e stormi di gabbiani si precipitavano verso la costa gridando, una specie di terrore scese nell’animo di lui. Alla fine Talamonte minore sentenziò:

Del resto, anche Cosma si addormentò, un’ora dopo i suoi compagni di viaggio. La comitiva si rimise in cammino; attraversò nuove valli e nuove colline, salutò nuovi orizzonti, ammirò nuove scene pittoresche, e ricevette il saluto di nuovi sciami d’insetti, di nuovi stormi di pappagalli.

Tornando dalla villa reale all'Aja, trovai il bosco animato dalla passeggiata della domenica: musica, carrozze, una folla di signore, i caffè pieni di gente, e stormi di bambini da ogni parte. Allora osservai per la prima volta il bel sesso olandese.

Per altro, i buoni indizi non facevano difetto. Numerosi stormi di passeri campagnuoli trascorrevano alti sopra le navi, spiegando il volo verso libeccio. Era dunque di l

L'aria s'era accesa, e gli stormi veementi la fendevano luccicando. E bene? mi chiese Giuliana, volgendosi dallo specchio d'innanzi a cui stava gi

Non appena l'ebbe tocco con le labbra, ecco scuotersi la terra ecco il barbaglio d'un lampo, ecco brontolare il tuono. Una folata di vento stormì di improvviso per la foresta.

Uno scroscio di risa feroci accolse le mie parole, e delle voci si sollevarono dalla folla che gridavano: alla corda, alla corda. Fui condotto al luogo destinato ai supplizii. Quivi un abisso profondo, immenso, si apriva nel seno di una montagna: in fondo alla voragine, sulle punte di granito e di metallo taglienti come lame, roteavano stormi di astori e di aquile.

L'aria era più fresca e volavano per l'aria stormi di pellicani e di fenicotteri, volatili che mai si allontanano dalle acque. Ad un tratto il cavallo si arrestò. Tremava, rantolava, e aveva chinata la testa sul petto. Notis comprese che era agli estremi. Lo percosse coll'impugnatura dell'jatagan, ma l'animale non si mosse. Ira di Dio! bestemmiò egli furibondo. Bisogna che tu cammini!