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Comunque fosse il Borbone ed i suoi alleati di Spagna ebbero una prima lezione dai coraggiosi figli della Republica, che avean prima l'aria di disprezzare. Les Republicans sont des hommes, Les esclaves sont des enfant. Io non mi fermerò a narrare il bene e gli errori commessi da chi reggeva le sorti della Republica Romana.

Paolo, io sono una persona che ti vuol bene, non so tante cose. Ti dico, solo: andiamo via. Vedrai... sarò una buona compagna di viaggio... mi fermerò, dove a te piacer

Me ne mancano dodici per compire le trecentosessantacinque, dove mi fermerò. Lo Eminentissimo cardinale Evangelista Pallotta, per quanta industria ei abbia adoperato, è giunto a trecento solamente; e poi, salvo il debito ossequio, egli le compra a gatta in sacco, e, sto per dire, come le pentole, purchè appaiano di forma diversa; ma io, signori, no; laddove, non sieno tabacchiere storiche, e le non mi vengano profferte coi certificati autentici della loro celebrit

Non rifarò la cronaca dettagliata della provocazione come si trova nella prima edizione di questo libro: riassumerò i suoi fasti di un anno e mi fermerò su pochi fatti che ebbero particolare importanza e suscitarono maggiore rumore eccitando gli animi degli uni, destando la paura, la diffidenza e l'ardente desiderio della rivincita in altri.

Si chiama Tina? : mi permetta di andare innanzi, mi fermerò in faccia all'uscio, lo lascerò aperto ed ella salir

Fortunatamente, no, signorina! Volevo dire: Come mai non è partito? Indugerò ancora un'altra settimana. Sarei venuto al cottage a congedarmi. Don Liddu, voi potete andarvene disse miss Elsa. Mi fermerò un po' dal notaio. Don Liddu esitò un istante. Oh, non abbiate paura! soggiunse la signorina che aveva capito.

Mio padre la teneva in gran conto; l'ultima volta ch'io lo vidi mi pregò, mi consigliò insieme a coltivarne la relazione. Dunque ora non voglio più indugiare a recarmi da lei. Vi siete risoluto? Risolutissimo. E contate andarvi nello stesso tempo che da vostra sorella? , o nell'andata, o nel ritorno.... Mi fermerò a Venezia soltanto qualche ora. Camilla lo interruppe.

«Martino Bruscoli mi ha detto: Compare, tu vai a Milano? Sicuro, ho detto, ci vado e mi ci fermerò qualche giorno. Ebbene hai da farmi un piacere. Dieci. È per un collocamento di denaro di mia nipote col

Il Manzoni a scuola. Io non mi fermerò ora a darvi notizie della culla del Manzoni, che fu ritrovata e si conserva in una villa del signor Rosinelli a Mozzana sopra Galbiate; della cascina detta La Costa, ove il grand'uomo fu allattato da Caterina Zanzeri, di questa nutrice, la quale vogliono che fosse svelta, vivace e piacevolona. . Ma non è senza importanza il fatto che a soli sei anni il fanciullo Manzoni fu allontanato da casa sua e chiuso nel Collegio de' Frati Somaschi di Merate, ove rimase dall'anno 1791 all'anno 1796. La mamma ve l'accompagnò, ma scomparve intanto che il fanciullo era tenuto a bada da un frate maestro. Si possono facilmente immaginare gli strilli del povero fanciullo non appena egli s'accorse che la mamma sua l'aveva lasciato; ma, poichè ad uno de' prefetti parve pure che il pianto durasse troppo, il fanciullo ricevette un colpo sulla guancia accompagnato da queste parole: "E quando la finirete di piangere?" Quello fu il primo dolore provato dal grand'uomo, che se ne rammentava anche negli ultimi anni della sua vita. "Buona gente (del resto egli concludeva, parlando di que' suoi primi istitutori), quantunque, come educatori, lasciassero troppo a desiderare che fossero prima un po' più educati loro stessi." I frati di Merate lo avvezzarono dunque ai primi castighi. Ad undici anni, Alessandro Manzoni passò nel Collegio di Lugano, ove gli toccò la buona fortuna di avere tra i suoi maestri il buon padre Francesco Soave, onesto letterato e, per quei tempi, educatore assai liberale, sebbene s'indispettisse contro il nostro piccolo scolaro, che s'ostinava a scrivere le parole Re, Imperatore e Papa con la prima lettera minuscola. Il Manzoni parlando un giorno del Soave a Cesare Cantù gli disse, tra l'altre cose: "Teneva nella manica della tonaca una sottile bacchetta, presso a poco come quella che fa i miracoli dei giocolieri; e quando alcuno di noi gli facesse scappare la pazienza, egli la impugnava, e la vibrava terque quaterque verso la testa o le spalle del monello, senza toccarlo; poi la riponeva e tornava in calma." Al Manzoni rincresceva d'avere talvolta inquietato quel Padre, che tanto fece, sebbene non sempre il meglio, per l'istruzione della gioventù. Narrava pure il Manzoni come una volta gli scappasse detto in iscuola "ne faremo anche a meno," quando il Padre Soave annunziò che fra poco ci sarebbe stata la lezione d'aritmetica. Il Padre maestro si levò allora dalla cattedra, e si mosse gravemente verso il piccolo ribelle, che si sentiva gi

Raccontano.... Insomma, io non mi fermerò a pigliar nota di tutto. Metterò in sodo che si pugnò lungamente e valorosamente da ambe le parti; cosa che torna ad onore del buon nome italiano, dappoichè finarini e genovesi, monferrini, lombardi, napoletani e quant'altri combattevano, alleati, o assoldati, nei due campi del Finaro e di Genova, erano tutti figliuoli d'una medesima patria.