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Al par di mille ipocrite, Taide, il delirio infingi! A sozze man proficua Tu stessa non comprendi Che la merce che vendi È una perla preziosa! Vieni!... Svanita l'estasi Col sol di domattina, Ti lascerò, per correre Dietro un'Arte Divina.... subirò la nenia Di promesse o lamenti, Che dei versi fluënti Potrian rompermi il filo!... Milano, ottobre 1875.

Che se donzelle, ed a non cinger nate La spada, ed a pugnar poco guerriere, Contra ogni belva non per tanto armate Fummo famose e bene esperte arciere; Or di questo non più: le membra amate Vili sul suol non lascerò giacere, E vedr

Ebbene, fa che domani in questo turbante mi sia presentata la mano che mi percosse con una carta tra le dita che contenga la supplica del perdono; io te la rimanderò suggellata del mio sigillo; allora io mi chiamerò soddisfatto, e lascerò la querela

Ne' lascero` di dir perch'altri m'oda; e buon sara` costui, s'ancor s'ammenta di cio` che vero spirto mi disnoda. Io veggio tuo nepote che diventa cacciator di quei lupi in su la riva del fiero fiume, e tutti li sgomenta. Vende la carne loro essendo viva; poscia li ancide come antica belva; molti di vita e se' di pregio priva.

Com'ella vide rimossi i crudi che voleano farle violenza, tenendosi tuttavia stretta al suo amico, poichè l'affanno le permise la voce, con incredibile coraggio franca e deliberata gli rispondeva Non isperate mai,... mai ch'io mi divida da lui: trafiggetemi, ponetemi in brani, io non lo lascerò,... morirò con lui... io fui la cagione, egli è innocente... Niuno s'attenti di avvicinarsi, non sento parole... e chi, chi siete voi che mi parlate d'onore... se perdo tutto?...

lascerò di dir perch’ altri m’oda; e buon sar

e vederai color che son contenti nel foco, perché speran di venire quando che sia a le beate genti. A le quai poi se tu vorrai salire, anima fia a ciò più di me degna: con lei ti lascerò nel mio partire; ché quello imperador che l

non mi lasciar>>, diss'io, <<cosi` disfatto; e se 'l passar piu` oltre ci e` negato, ritroviam l'orme nostre insieme ratto>>. E quel segnor che li` m'avea menato, mi disse: <<Non temer; che' 'l nostro passo non ci puo` torre alcun: da tal n'e` dato. Ma qui m'attendi, e lo spirito lasso conforta e ciba di speranza buona, ch'i' non ti lascero` nel mondo basso>>.

21 Quivi il caldo, la sete, e la fatica ch'era di gir per quella via arenosa, facean, lungo la spiaggia erma ed aprica, a Ruggier compagnia grave e noiosa. Ma perché non convien che sempre io dica, ch'io vi occupi sempre in una cosa, io lascerò Ruggiero in questo caldo, e girò in Scozia a ritrovar Rinaldo. 22 Era Rinaldo molto ben veduto dal re, da la figliuola e dal paese.

No: dopo avervi accompagnati da vostro zio, dopo aver combinato seco ogni cosa, vi lascerò. Attenderò segretamente in una mia casa isolata, vicina alla citt