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Ma bussate, bussate forte, ché ben ve responderanno. RITA. Vedine nessuno tu? MALFATTO. : veggo la gatta. Volete che la chiami? Mis! mis! Non ce vole venire. RITA. Oh bestia balorda! Io pichiarò tanto che qualcuno si affacciará. MALFATTO. Bona notte. M'aricomando. RITA. Addio, addio. Tic, toc. MALFATTO. Oh! me ssi era scordato.

Tu la faccia protendi per giungere alle mie labbra, e con le braccia il collo m'imprigioni... ed io ti sfioro la bocca con le dita!... Sei felice?... Dimmi!... Godi?... Pian piano mi mordi e mi succhi le dita in languido abbandono... La tua lingua secca ed aspra di gatta le lecca, dardeggiando frequente.

Quantunque ormai per istudio di acquistare potenza i Papi si fossero avvantaggiati delle cerimonie pagane però che quanto la religione perdeva di spirituale tanto desiderava ornarsi di forme sceniche, e affatto materiali, tuttavia verun Papa postergato ogni rispetto più di Gregorio magno strinse lega col paganesimo. A questo uomo misto singolare di pedanteria e di forte volere un venne in testa di convertire gl'Inglesi: la causa che lo spinse questa: veduti a Roma alcuni giovani sassoni-inglesi bellissimi di forma domandò chi fossero e donde venissero. Gli risposero essere angli, ed egli, «angioli cui bisogna liberare dalla schiavitù del demonio; ma da qual provincia vengono essi? Dal Deirè. Ci supplicano, soggiunse il Papa, a salvarli dalla ira di Dio; e come si chiama il capo o principe loro? Ella. Alleluia, conchiuse Gregorio, certamente a noi commise il cielo, che per le costoro terre si abbia a cantare alleluiaBambinesche forme coteste, le quali velavano concetti terribili, che furono in processo di tempo spedire bolle ai Franchi per consacrare le loro rapine affinchè essi le suggellassero con la scure, e a lui Papa pagassero il prezzo del sangue. Mandava Agostino in Inghilterra co' giovani educati nelle arti della curia romana, e parecchi monaci mascagni, i quali tutti giunti ad Aix scorati per le molestie della via stanno in procinto di stornare, ma Gregorio li rimbrotta di poca fede, e li sovviene di lettere commendatizie pei baroni franchi sbraciando loro a destra, ed a sinistra d'illustrissimo, piissimo, cristianissimo e via con iscialacquo, che non mai fu visto maggiore, se ne eccettuiamo quello, che adesso si fa delle croci dei santi Maurizio, e Lazzaro; gli resse il cuore perfino di scrivere lettere alla immanissima donna Branechilda salutandola eccelsa per ispirito inchinevole alle opere buone, e tetragona nel timore dell'onnipotente Dio . Così andarono innanzi Agostino e i frati sicchè giunti appena a Cantorbery domandano al re Etelberto: «una terra con tutte le sue rendite non per loro, ma per Cristo, facendone atto di cessione solenne affinchè egli Cristo colmi lui re di beni in questo mondo e più nell'altroDoveva parere un po' strano al re Etelberto che per divenire meglio vestito dovesse cominciare a spogliarsi, pure bebbe grosso, e donò la prima terra a santo Agostino ed ai suoi monaci, le altre se le pigliarono da loro: il peggio era che i Sassoni gente dura male consentiva lasciare le cerimonie vetuste della barbara religione, sicchè non sapendo che pesci pigliare mandava a Roma per consiglio, e Gregorio lo ammoniva a far la gatta di Masino, sopporti i sacrifici di vittime, lasci stare gl'idoli, non tocchi i tempii, si pigli ogni cosa in santissima pace a patto di appoggiare l'alabarda; e così fu; indi a breve Offa ammazza Etelberto; dai morti non ci ha modo di cavarne costrutto; i preti si voltano ad Offa al quale danno assoluzione plenaria a patto che paghi a Roma un tributo annuale intitolato danaro di San Pietro; tale l'origine di questo danaro, che Cesare Cantù non aborriva ricordare nel Parlamento italiano come esempio imitabile; un lo somministrò alla Curia romana il tradimento, oggi lo paga il fratricidio. E poichè il prete tiene assai della natura della Fama di Virgilio, che in andando cresce, così a cotesti tempi rimoti con celerit

E così chi con un pretesto chi con un altro, tutti andarono via, ed Alice rimase sola. "Ho fatto male di nominare Dina!" disse fra assai mestamente. "Ei pare che niuno l'ami quaggiù, eppure la è la miglior gatta del mondo! Oh Dina mia cara! Chi sa, se ti rivedrò mai più!" E la povera Alice rincominciò a piangere perchè si sentiva tutta soletta e sconsolata.

Quanto al principe Kuvasoff, era ammogliato ad una mongola, brutta e gelosa come una gatta in aprile, e teneva un appartamentino per gli appuntamenti con Nan

Bisogna premettere che Fortunata Cappiello ha bottega di fiorista in via del Duomo, e oltre a questo ha un padre ed una mamma i quali non sono mai stati in tenerezze, anzi, per dirla con le vicine di Fortunata, i due coniugi facevano cane e gatta in tutta la settimana, specie al venerdì, quando Giuseppe Cappiello chiedeva quattrini alla moglie per giocarseli al lotto e lei glie li negava.

Non prendo moglie, io, caro Pasquale; soggiunse il Giuliani ridendo; io voglio che si possa mettere sul mio cataletto una corona di candidi fiori; poniamo anche artefatti, ma candidi. In fede mia, la pensa bene. Chi piglia donna, piglia una mala gatta a pelare. Michele, disse il Giuliani, beccatevi questa, voi che meditate un pateracchio in facie Ecclesiae. Eh via, non vi fate rosso; che male c'è?

Quando il martello di amor lavora, batte e cava piú scudi d'ogni martello. FILACE. Che dirò a quel genovese della Macrina? MANGONE. Daglila per quel prezzo che vuole: mangia per diece e sta piú magra d'una gatta che mangia lucertole. Ogniun che la vede cosí asciutta stima che in casa mia non si mangi se non biscotto e vi si digiunino tutte le vigilie.

Bel pezzo di donnina! tutt'i giorni.... tutt'i giorni alle undici precise esce di casa. Gatta ci cova. BAGHER. Mi pare impossibile! Sono ancora nella luna di miele. MENANDREI. L'ultimo quarto, mio caro, una luna con due corna. Io non so nulla, veh! per conto mio, è la più onesta donna del mondo, ma perchè questa uscita solitaria a ora fissa? Glielo ha ordinato il medico: esercizio ginnastico.

L'omicidio gli aveva dato modo di rimanere fuori dalle unghie della giustizia per parecchi mesi. Ma la gatta, anche dopo una paura maledetta, va al lardo fin che vi lascia lo zampino. E un bel giorno lo agguantarono con degli altri ladri o degli altri grassatori e lo mandarono in galera con una sentenza di vent'anni.