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Educati a questo modo riprese Paolo Jenco noi perdiamo ogni energia. E quando, troppo tardi, siamo liberi di fare a modo nostro, continuiamo la tradizione. Ripetiamo, precisamente, quel che è stato fatto con noi. Ci vorranno secoli per mutarci. I secoli passano presto disse miss Elsa, sorridendo.

Si fermò, torcendosi le mani, alzando rabbiosamente gli occhi al cielo, con tale espressione di dolore che anche miss Elsa, voltatasi a guardarlo, non potè far a meno di fermarsi, lievemente arrossita in viso; la reticenza l'aveva turbata. Paese che vai, usanza che trovi! ella disse sorridendo con lieve espressione di tristezza.

Fortunatamente, no, signorina! Volevo dire: Come mai non è partito? Indugerò ancora un'altra settimana. Sarei venuto al cottage a congedarmi. Don Liddu, voi potete andarvene disse miss Elsa. Mi fermerò un po' dal notaio. Don Liddu esitò un istante. Oh, non abbiate paura! soggiunse la signorina che aveva capito.

Invece, sei mesi dopo, per incarico del vescovo, egli doveva istruire nei dommi della fede miss Elsa, che si era risoluta di fare il piccolo passo dal puseysmo al cattolicismo... Istruire? Ma se ne sa più di me! Questa volta il canonico parlava sinceramente. Si sentiva mortificato dalla sua ignoranza, si pentiva della sua malignit

E poi riprese Paolo, quasi non avesse udito quelle parole... se anche avessi saputo osare... che cosa avrei conchiuso? Bisogna essere sinceri, per restare onesti, mormorò miss Elsa. Bisogna, in certe circostanze darsi un bel colpo di pistola a una tempia! Sarebbe vero dunque che lei non crede in Dio, lei? domandò miss Elsa con dolcissimo accento di compassione e di rimprovero.

Ne parlerò a suo padre che è il Sindaco disse miss Elsa. Inutilmente rispose il giovane. Bisognerebbe portar l

Una volta anzi, tentato di porlo in ridicolo, aveva dovuto pentirsene. Improvvisamente punto sul vivo, Paolo era scattato rispondendogli per le rime; e quella volta miss Elsa non nascose il piacere da lei sentito per la disfatta del presuntuoso ignorante.

La sera delle nozze, Villa Elsa, vista dal Muraglione di Settefonti, sembrava una cosa fantastica, con tutti quei lampioncini giapponesi pendenti da albero ad albero, con la banda che suonava nel piazzale, coi fuochi d'artifizio incendiati su la collina perchè la popolazione di Settefonti potesse goderli meglio.

Lupus in fabula esclamò il notaio. Ecco l'inglesina. E dalla soglia della Banca, la salutò cavandosi il cappello. Miss Elsa questa volta non era sola. L'accompagnava don Liddu con due paniere infilate pel manico alle braccia.

È un'altra cosa! È un'altra cosa! Restate qui... Perchè non cercate di convertirla? Fareste il vostro dovere disse il notaio con un che di malizia. Induritum est cor Pharaonis! Che ne sapete? È così buona! Sarebbe un trionfo per voi. Ma il canonico scappò lestamente, vedendo spuntare dal vicolo miss Elsa con don Liddu. Ah! Non è partito? esclamò meravigliata, porgendogli la mano.