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Dopo la brutta scena sulla strada di Cadenabbia, Ersilia aveva dovuto fare di necessita virtù, raccogliere in fretta le sue robe più necessario e farsi portare in una barchetta di nascosto al vicino Tremezzo per prendere il battello di mezzodì senza dar conti a nessuno. Suo padre che l'accompagnava non cessava di ripetere: Te l'avea dito, benedeta!

NARTICOFORO. Io mi contento e plus quam contento che sia Ersilia di Cintio, che quella piú di Cleria io exoptava. GERASTO. Io ti scioglio, Carisio caro; e ponendoti tu in mio luogo, credo che essendo onorato, come ti stimo, aresti fatto altrotanto a me. Ma chi è quello cosí contrafatto che mi avete condotto in casa?

In quanto al vino, dopo una breve discussione il sor Paoleto si fermò su un Monte Orobio secco, profumato, un vero tesoro nazionale che se fosse francese, gl'inglesi pagherebbero venti lire la bottiglia. Ersilia arrivò cinque minuti prima che il barone tornasse dalla Borsa, il tempo necessario perchè il padre diplomatico la mettesse a parte delle cose.

DULONE. Cintia vi manda a dir che, per temprarvi il dolore di non aver Cintio che pensavate, ma una femina Cintia, e ché non vi dogliate di Ersilia, la sua madre, e di lei, v'ha partorito un bel maschio. ARREOTIMO. Ed è ella infantata? DULONE. Infantatissima e di un graziosissimo bambino. ARREOTIMO. O Dio, quanto son oltremisura allegro!

Quando ebbe conosciuta la bella Ersilia Batacchi la prima volta a Cannes in un Casino-Concetto, la sua prima idea era stata di far di lei una moglie della mano sinistra: ma la resistenza passiva di lei e quella più cauta del sor Paoleto lo persuase a sposarla secondo la legge civile e a presentarla al suo mondo misto di uomini d'affari, di grandi uomini e di oscuri agenti di cambio, di artisti e di vagabondi internazionali, in mezzo a cui le signore passavano quasi senza vedersi. «Libera coscienza in fedelt

CINTIA. Stammi tu dunque ad ascoltare. MITIETO. Ma raccontatelo di grazia come se aveste a raccontarlo in una scena. CINTIA. Sappi che quanto Ersilia, la mia madre, fu bella e nobile tanto fu poco agiata de' beni della fortuna; abbitava qui presso ad Arreotimo mio padre, il quale invaghitosi di lei corruppe la madre, le serve e tutti di casa con danari, e si godé di lei.

CINTIA. Nulla ancora delle gran cose che sei per intendere. MITIETO. Ma come son stato io cosí cieco che, avendovi tenuto in braccio tante volte e vestito e spogliato tante volte, non mai me ne sia avveduto? CINTIA. Come volevi tu accorgertene, se la diligenza di Ersilia mia madre fu tale che l'istesso mio padre ne fece accorgere? MITIETO. Deh! manifestatemi di grazia la cagion del tutto.

Anche Ersilia sulle prime non aveva creduto che le cose dovessero andare fino alle estreme conseguenze: e se alle prime ingiunzioni obbedì prontamente e si ritirò sottomessa, non era tanto una paura che avesse di lui e de' suoi furori, quanto un'astuzia per disarmarlo più presto, facendogli sentire l'incomodo della sua solitudine.

Il barone gli fu coi pugni sulla testa. Accorse il commendatore, mentre Ignazio Bühler trascinava via Ersilia, che non aveva saputo trattenere un grido. Gi

La virtù come ogni meccanismo morale, è suscettibile di composizione o di scomposizione, e, simile a un orologio in mano a un ragazzo, di rado la virtù nell'opinione di una donna segna l'ora giusta. All'incontro il temperamento è il metallo stesso del meccanismo, che non si muta se non si distrugge. Ersilia era vana, desiderosa di piacere e amava provocare gli adoratori per quell'ambizione che nella sua antica povert