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Era d'autunno e a Venezia affluivano molti forestieri del Nord, diretti a Nizza, a Cannes, a Roma e a Napoli. Mercè le preghiere dell'Ubaldo, due altri cronisti parlarono del Rossetti e del suo ultimo quadro, che fu venduto davvero a una signora russa, e l'artista ottenne commissioni da altri forestieri.

Poco le importava per ; ella si sentiva forte e sana. Ma la sua creatura! Quel fragile fiore del suo sangue, era anche del sangue di Tom! Tutti i fratelli e le sorelle di Tom, meno una sola una ragazzetta chiamata Edith, che viveva in Hertfordshire tutti eran morti nell'adolescenza: uno a Bournemouth, uno a Torquay, uno a Cannes, una la piccola Sally, la sorella prediletta di Tom a Nervi.

disse ancora Giuliano, ma non lo disse lietamente. Oh! io mi ricordo, sai! La passeggiata degli Inglesi, il Circolo della Méditerranée, et la place Massena, e il Restaurant français, dove abbiam fatta quella famosa colazione. E il Vallon obscur? E Cannes? E Montecarlo? A proposito, bada che, se andiamo a Nizza, stavolta voglio proprio venire anch'io a Montecarlo.

Quando ebbe conosciuta la bella Ersilia Batacchi la prima volta a Cannes in un Casino-Concetto, la sua prima idea era stata di far di lei una moglie della mano sinistra: ma la resistenza passiva di lei e quella più cauta del sor Paoleto lo persuase a sposarla secondo la legge civile e a presentarla al suo mondo misto di uomini d'affari, di grandi uomini e di oscuri agenti di cambio, di artisti e di vagabondi internazionali, in mezzo a cui le signore passavano quasi senza vedersi. «Libera coscienza in fedelt

L'uomo che cercavo, in livrea, con un foglio nella sinistra e una matita nella destra, annotava le ordinazioni dei viaggiatori: gli feci cenno d'avvicinarsi, gli dissi rapidamente: « Un pranzo riservato, per due, da servirsi dopo Cannes. Avete fiori? « Pochi, signore, e non belli. « Telegrafate a Nizza per procurarvene. Eccovi del denaro. « Benissimo!

Non ebbi la fortuna di trovarmi sul Clapier col tempo sereno, ma confesso che non credo di aver perduto molto. Le catene delle Graie e Pennine offrono quasi lo stesso aspetto, viste dal Colle di Tenda o dietro a Cuneo, come dal Clapier, e del resto, tra queste cime tanto lontane, non spiccano in modo imponente che pochi gruppi molto nevosi, quali il Gran Paradiso ed il Monte Rosa; il solo picco abbastanza lontano che per se stesso appare maestoso è il Monviso, che si vede da quasi dappertutto; molto attraente è certo l'aspetto della pianura che non è troppo lontana, ma pure spesso velata dalle nebbie; però la si vede ben meglio dalla Besimauda o dal monte l'Arp. Quanto al mare, anche nei giorni più limpidi, mai non vidi dai monti di queste Alpi, distanti almeno 30 chilometri dalla costa altro che una specie di piano abbastanza stretto, in apparenza immobile, senza lustro ed il cui uniforme colore bigiastro spiccava sull'azzurro dell'orizzonte. È vero che il Freshfield, dalla Cima di Nasta, vide una cappella vicina a Cannes ed il fumo del treno che proseguiva verso Nizza; ma questo deve essere un caso ben raro! In generale nelle vedute di paesaggi così lontani, c'entra più l'immaginazione che l'occhio, e l'immaginazione la si ha anche quando la nebbia vela l'orizzonte. Per me, le parti più amene del panorama del Clapier sono il bel bacino di San Grato, coronato da prati e boschi, le foreste di castagni dietro a Belvedere, i verdi monti della Valmasca ed attorno a Tenda, e sette laghetti, fra altri il Lago Bianco coperto di «icebergs» e gran parte del Lago Lungo. Imponente è invece l'aspetto di tutte quelle giogaie, per lo più nude, rocciose ed oscure; specialmente distinguonsi l'altissima Serra dell'Argentera, la lunga cresta del Carbonè, i picchi della Lusiera e del Ciaminejas, il Bego simile ad un cupolone, il Capelet, la Cima dei Gelas e la Punta della Maledìa. Quest'ultima, chiamata Cima di Caire Cabret sulla carta sarda, e lasciata senza nome sulla nuova dell'I. G. M., che le d