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CINTIA. Ascolta, di grazia. MITIETO. Che ascolti io? e chi sarebbe quello che cosí bella storia non ascoltasse un giorno intiero? Non ascoltai mai cosa in mia vita che piú mi dilettasse.

Arreotimo la sposò secondo la promessa e l'instituí erede nella sua morte; essendo anch'io bambina, passò di questa vita, restando io sola miserabil reliquia di tanti affanni. Or sia detto assai della mia madre, del mio nascimento, e torniamo a' casi miei.... MITIETO. Gran meraviglie son quelle che mi raccontate.

MITIETO. Come dunque nascose il parto ad Arreotimo? CINTIA.... Ella avea determinato vincer l'impresa ad ogni modo, e come prudente ch'era, s'avea preparato una comare che le trovasse un maschio, per mostrarlo quel giorno ad Arreotimo.

CINTIA. Mitieto, quando arai intesi i miei guai, a te dispiacerá di avergli intesi e a me d'avergli raccontati: però per tôrre all'uno e all'altro questo travaglio sará meglio ch'io taccia e soffrisca. MITIETO. Manifestate il vostro male, ché l'infirmitá conosciuta si può rimediare, ma la taciuta va sempre di male in peggio. CINTIA. Dimmi, posso fidarmi io di te?

CINTIA. Nulla ancora delle gran cose che sei per intendere. MITIETO. Ma come son stato io cosí cieco che, avendovi tenuto in braccio tante volte e vestito e spogliato tante volte, non mai me ne sia avveduto? CINTIA. Come volevi tu accorgertene, se la diligenza di Ersilia mia madre fu tale che l'istesso mio padre ne fece accorgere? MITIETO. Deh! manifestatemi di grazia la cagion del tutto.

Ecco or la chiave di tutti i miei secreti; or dammi qualche consiglio. MITIETO. Il consiglio me lo dovevate domandar prima. CINTIA. Se te l'avessi dimandato prima, quel che ho fatto m'avresti sconsigliato, anzi trapostovi per interrompermi il mio piacere. MITIETO. E qual fu il vostro primo pensiero?

MITIETO. Talché, per dirvelo liberamente, Cintio mio caro, maggior bellezza accompagnata da onestá, maggior chiarezza di sangue congionta con umiltá trovarete, maggior amor senza gelosia si vede in donna giamai di quello che porta ella a voi. E se in tutte le cose è qualche termine o modo, solo in amar voi ella non serva termine modo.

MITIETO. Egli non vi obliga piú ad una che ad un'altra, ma vuol che la finiate tosto, perché molti anni vi vien dietro con diverse spose, e voi attaccandole or un difetto or un altro le rifiutate tutte, come se nel mondo non si trovassero donne di voi degne. CINTIA. Come ti sforzi di persuadere a me, perché non ti sforzi di persuadere a mio padre che faccia altro pensiero?

MITIETO. La cagione n'è Arreotimo vostro padre, il qual mi sforza a far questo ufficio con voi e pensa che il difetto venga da me, come io non sapessi persuaderlovi acconciamente, perché è rissoluto che voi abbiate ad ammogliarvi.

MITIETO. Questa domanda è un'occolta maniera di notarmi d'infedeltá, poiché dubitate se debbo tacer cosa che son tenuto per debito a tacere. CINTIA. Oimè, che tremo e mi vergogno palesare il mio secreto! Sappi, Mitieto mio caro, ch'io son femina. MITIETO. Femina? ed è possibil questo? CINTIA. Cosí non fusse mai stato! MITIETO. O Dio, che intendo!