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Ezio, accettando l'invito del barone, recavasi una mattina a far colazione a Cadenabbia. Sul battello s'incontrò in Erminio Bersi, che veniva dalla Brianza, e che era stato invitato anche lui nella sua qualit

La riva e lo sbarco di Cadenabbia erano affollati. Le belle giornate, le prossime regate, il passaggio grande dei forestieri, che incominciavano a piovere dall'Engadina, rendevano la stagione sul lago molto promettente. C'è anche il professore disse il Bersi, mentre il battello si accostava al ponte. Che professore?

Poi scompariva di nuovo, per ricomparire dopo tre o quattro giorni come un luminello riflesso da uno specchiotto lontano. Lo specchietto era a Cadenabbia.

Il Cresti arrivò a Cadenabbia sul punto stesso che il fattorino usciva dalla Posta con un telegramma per lui. Date qua disse, strappando quasi di mano all'uomo il foglietto. E tornò su' suoi passi, senza leggere. Invece di svoltare sulla strada ripida del Pioppino, tirò diritto coll'idea sottintesa di portare la notizia al Castelletto. Ma quale notizia? l'aveva in pugno e non osava guardare.

Le Regate ebbero luogo la prima domenica di settembre nel vasto bacino del lago, che si apre tra Bellagio e Cadenabbia. Era stabilito che le vele dovessero partire dalla punta di Barbianello e le barche a remi dalla Cappelleria presso S. Giovanni per approdare allo sbarco della villa Maria poco più in alto del grand'Hôtel Britannia.

Ordina quel che vuoi... In poche parole s'intesero. Quando il piatto del salame fu portato in tavola e che il vino fu trovato buono, lo zio sentì ch'era arrivato il momento d'intonare l'antifona: Raccontami un po' il gran nulla a fare che porta via tutto il tuo tempo. Che diavolo fai a Cadenabbia? Si fa di tutto per non annoiarci, zio. Alla tua et

Il popolo, che ama vedere la bravura delle braccia, la lotta aperta dell'uomo col remo e col peso della barca, fin dalle prime ore del giorno fu in moto: e finite le funzioni religiose nelle chiese, dai paesetti lungo le rive e da quelli che stanno sulla montagna cominciò a moversi in folla e a confluire verso Cadenabbia, mescolando i colori vistosi dei vestiti di festa, godendo della bella giornata, facendo pronostici e scommesse, rievocando le regate d'altri tempi, le vecchie glorie, le non mai morte gelosie.

Più cocciuto fu il napoletano, che messo in suggezione dal compagno svizzero, trattò la cosa come se fosse in giuoco l'onore stesso della patria e come se quei quattro inglesi che pigliano il fresco a Cadenabbia rappresentassero l'Europa.

Flora si scosse dal suo torpore e cercò cogli occhi le due barche, che non più grandi di due ciotole venivano colla punta verso Cadenabbia.

Camminando lesta, fu a Cadenabbia prima dell'approdo del battello. A Menaggio trovò pronto il treno e montò in un vagoncino di terza classe, dove non c'erano che tre o quattro guardie di finanza. Si rincantucciò, si raccolse e per tutto il tempo che il treno sbuffò su per le rampe del monte, non tolse mai gli occhi dallo specchio fermo del lago, che si dilatava a' suoi piedi.