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Aveva bisogno di essere sola un momento. Oh se avesse potuto buttarsi colla testa in terra, piangere, gridare! Da un'ora non facevano che tormentarla in tutti i modi; ma le ultime parole odiose del Cresti avevano finito col configgerle uno spillo nel cuore. Essa non sapeva nulla del dramma a cui si accennava, ma cominciava a sentire che quella donna dalle penne di struzzo era venuta sul lago in tempo per rompere la sua felicit

Cioè.... intendiamoci balbettò il pover'uomo che cominciava a non capire. Questo viaggio sarebbe per caso un pretesto per... per... Flora si coprì gli occhi colla mano, in cui raccolse tutte le rughe della sua fronte dolente. Cresti credette questa volta di capir troppo e s'impaurì. Che diavolo voleva dire questo improvviso scoraggiamento, questo parlar sibillino?

Se il Cresti apparteneva alla schiera di coloro che diffidano degli uomini, questo signor Massimo, che stava per arrivare, apparteneva a quella non meno numerosa di coloro che diffidano di stessi, cioè ai malati di troppa riflessione.

La Tognina che s'era voltata d'un terzo sopra i suoi zoccoli, colle braccia arcuate come le anse d'una anfora, dopo aver arrossito al di sotto della ruvida corteccia, disse colla cantilena del paese: Stava forse un pochetto più bene nella montura: però il tempo non gli ha fatto male, sor Massimo. Sor commendatore, si dice corresse il Cresti. Bisogner

Il tempo gli era volato via più presto del solito quella mattina. Sentendo sonar mezzodì, scese la scaletta che dal giardino va alla riva e diede una voce ad Amedeo, che stava stendendo alcune reti al sole. Il giovinetto venne colla barca. Addio, addio, e grazie di tutto... gridò saltando nel legno e afferrando un remo. A rivederci domani per il secondo capitolo; e tu, Cresti, non augurarmi una perfida morte. Saluti carissimi allo zio: ditegli che l'aspettiamo a colazione; sar

Ecco la nostra brava contessina disse il vecchio cappellano, toccandola leggermente col lungo ramo che teneva in mano Chi mi parlava di lei, ieri, con mille elogi? ah, il signor Cresti del Pioppino; anzi vuole che un giorno vada da lui a mangiar la polenta al Pioppino, Pare che abbia in aria dei progetti... diplomatici... e col movimento delle sue dita magre e lunghe con cui accompagnò nell'aria quella parola, di...plo...matici..., fece capire che sapeva qualche cosa.

Sei forse pentito d'esser disceso a Villa Serena? Son felice, Cresti: tu sei un tesoro. T'avevo detto che l'avresti trovata più bella! queste donne senza nervi migliorano stagionando. Tu sei cattivo con lei, Cresti... Dodici anni di schiavitù non le hanno fatto male. Va a credere alle donne.

Andrò senza di voi, prima di voi, cattive, lasciatemi andare... Non sentite? oh Dio... è proprio la sua voce... Andava ripetendo, mentre con risoluta energia le due amiche la tenevano ferma. Il Cresti si consultò rapidamente colla mamma e credendo far opera di legittima autorit

In questi paesi o su o giù, in piano se si può disse finalmente Cresti, che pareva diventato un turacciolo accanto alla massa corpulenta del signor commendatore, che somigliava piuttosto a un fiaschetto di Chianti. Tu avrai dio sa che sete e che fame: ma intanto che noi facciamo questi centotre scalini, l'Angiolina, che ci ha visti partire dal battello, fa andare il risotto a tutto vapore.

Regina una volta si coprì gli occhi colle mani e corse in casa, mentre il Cresti pareva voler ritornare verso la porta: ma fatti quattro passi, veniva di nuovo verso la casa per ripetere a Elisa d'Avanzo il suo gran discorso serrato, pieno di segni che parevano minaccie.