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PARDO. Mala cosa è porsi fra dua che son stati gran tempo amici; che, raffreddatosi quell'impeto della colera, si riconciliano insieme e restano poi nemici i mezani. BALIA. Non ci è luogo di riconciliazione piú, che speri mai piú entrar in casa sua, poiché egli mi ha dato delle bastonate cosí sconciamente. PARDO. Se ben v'ha trattato male per ira, giá non ne morrai per questo.

Laonde esso mio zio Teofilo commetteria la terza sciocchezza quando mai lasciasse piú lo vecchio sentiero per tornar al novo. E questo è il senso mio circa la dechiarazione di questo Caos. Arguto ed ingenioso fu questo da te pensato soggetto, Livia cara; ma non tanto a l'intenzione di tuo zio mi par agiatamente accascare, quanto quello ch'heri ti dissi ed ora sono ad ambe dua per ragionare.

40 E volendo vedere una sirena che col suo dolce canto acheta il mare, passian di qui fin su quell'altra arena, dove a quest'ora suol sempre tornare. E ci mostrò quella maggior balena, che, come io dissi, una isoletta pare. 41 Rinaldo m'accennava, e similmente Dudon, ch'io non v'andassi: e poco valse. La fata Alcina con faccia ridente, lasciando gli altri dua, dietro mi salse.

Marco e Matteo va tenendo nel dua, e ride sempre della lor malizia, dicendo: Io vo' del bene a tuttidua, e non intendo partir l'amicizia, ma dir, fin che avrò fiato e sarò morto, che nelle lor scritture hanno un gran torto. Terigi aveva fatto alla sua sposa un complimento a memoria apparato. Marfisa se gli mostra imperiosa, e tira dritto e appena l'ha guardato.

125 La qual mi spiacque , che restò poco, che per punir l'estrema sua viltade, non gli facessi allora allora un gioco, che non toccasse più lance spade: ma ebbi, più ch'a lui, rispetto al loco, e riverenza a vostra maestade. per me voglio che gli sia guadagno l'essermi stato un giorno o dua compagno: 126 di che contaminato anco esser parme; e sopra il cor mi sar

E disse: Figlio, questa illustre dama sorella di Rugger, detta Marfisa, vien maritata a un uom di poca fama, a un gabelliere, a un marchese da risa. L'avarizia «prudenza» oggi si chiama, e maritaggi forma di tal guisa; però se tu potessi farla tua, opreresti de' beni a un tratto dua. Non dir ch'io t'abbia consigliato a questo; ma corri giostra e tenta la fortuna.

Il che credere dovete: perché, lassando molti esempli che adducere vi potremmo, bastar vi deve quel degli due di sangue e di virtú nobilissimi frategli romani Antonio e Valerio Porcari; consimili che, ogn'ora, da tutta Roma è preso l'uno per l'altro. Alli dua putti ritorno a' quali, giá di anni sei, manca il padre. Li turchi prendeno e ardeno Modone uccidendo quanti trovano per la cittá.

108 Grifone, o ch'egli o che 'l cavallo fosse stanco, o gravasse il sonno pur le ciglia, al primo albergo che trovar, fermosse, che non erano andati oltre a dua miglia. Si trasse l'elmo, e tutto disarmosse, e trar fece a' cavalli e sella e briglia; e poi serrossi in camera soletto, e nudo per dormire entrò nel letto.

La moglie in casa non facea credenza, ed egli in piazza spaccia elisirvite; e tenendo nel dua la rubescenza, di qua, di le genti ha sbalordite. Da pochi giorni in Saragozza egli era, e in brieve nel palchetto è quella sera. Quando riebbe la bizzarra il fiato, fece forza a se stessa: discorrendo col sassolino fitto nel palato, molte richieste al guascon va facendo.

LIMERNO. O sia Fúlica o Stúnica, vorrei da Vostra Santitade una grazia. FÚLICA. E dua, potendo. LIMERNO. Non mi vogliate piú oltra imbalordire lo debol cervello con queste vostre filosofie. A che tanti Platoni, Aristotili e asini? voi potreste cosí con le mura ragionare! TRIPERUNO. Anzi vorrei, caro mio maestro, che vi piacesse di ascoltarlo. Ma facciamone qualche poco di pausa.