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Un'Ode del Crocco scritta per la Nascita del Re di Roma e citata dal Cantù, cantava: Si scosse il Tebro, lo squallor depose Roma, rinata allo splendor dal soglio, Ed alla maest

⁹⁹ «Una delle maggiori meraviglie a chi legge la Genesi, dice C. Cantù, è la sua concordanza coi più recenti acquisti della scienza». «Tutte le scoperte umane, disse Herschel, paiono fatte solo allo scopo di meglio confermare le verit

Si è occupato, con competenza, di tutto lo scibile umano. Di storia, di scienza, di letteratura, di invenzioni, di geografia, d'arte, di navigazione, di esplorazioni, di musica, di coreografia, di questioni agrarie, di strategia militare, di industria, di drammatica, di legislazione. Egli ha biografato mezzo mondo. Da Dante a Cimarosa, da Leonardo da Vinci a Cavour, a Cantù, a Crispi.

Quando venne in luce questo racconto storico, Il sacro macello di Valtellina, i clericali si levarono contro Cesare Cantù, perché mal sapevano acquietarsi al pensiero che si risuscitasse, da uno scrittore operoso, il ricordo di fatti crudeli, operati da fanatici cattolici, che insanguinarono una terra ch'è asilo antico di libert

«L’esistenza di tale uomo, dice C. Cantù nei documenti alla sua Storia Universale, sarebbe il maggiore dei portenti, s’egli non fosse inspirato». Ora appena Mosè ebbe date le necessario disposizioni per la fabbricazione del Tabernacolo, ebbe ordine da Dio di fare un invito a tutti i «sapienti di cuore», perchè confezionassero gli abiti di Aronne e quelli dei suoi figli.

È libro notabile perché vi sono raccolti molti documenti pubblici concernenti quei fatti; ma il CANTÙ, Cronistoria dell'Indip. ital., vol. 1, p. 869 attesta: «questo è lavoro del consigliere CARLO CASTIGLIA, che lo esibí a me e ad altri, prima di venderlo al Fabi, che lo stampò per suo».

Il CANTU, nella Storia di cento anni, narra di Souwarow il quale di tanto in tanto visitava gl'infermi soldati, e li curava così: se gli parea che fingessero, ordinava li bastonassero; se li reputava ammalati davvero, faceva amministrare loro sale, aceto, e non ricordo quale altra sostanza. In questa guisa i suoi ospedali militari stavano sempre vuoti.

Che cosa posso ormai temere? Per non agitarsi troppo su questi pensieri, che gli toglievano il sonno, lesse qualche pagina della storia del Consolato e dell'Impero del Thiers, che insieme a qualche opera del Cantù e del Balbo formavano la biblioteca del Pioppino: e si addormentò nel bel mezzo della battaglia di Austerlitz.

Il 9 giugno 1843 l'Armaroli morí nella sua villa di Appignano che egli aveva battezzata col nome di Tusculano, lasciando alla famiglia Tambroni i suoi averi e i suoi libri. Lugano, fr. La traduzione francese fu pubblicata in Parigi, Audin. 1823, poi raffazzonata con altro titolo. Per es. nel libro Milano e il suo territorio, Milano, 1844, vol. I, p. 375: il CANTÙ, Il Principe Eugenio, vol.

Mamiani e Manzoni, Grossi e d'Azeglio, Cantù e Balbo, Duprè e Capponi, poeti, storici, letterati, artisti, tutti seguendo le loro traccie finirono per incorrere nella loro condanna: qualcuno arretrò a tempo, ma se uno spavento improvviso gl'impedì di varcare il confine, la direzione del suo pensiero rimase nullameno palese. Tutti erano sospinti e sospingevano per una rinnovazione religiosa.