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Tutte queste cose egli rammentava oggi, intingendo rabbiosamente la penna nel calamaio mezzo vuoto. Poggiò il calamaio in isbieco contro a un libro. Il calamaio cadde e si rovesciò, e fu più vuoto di prima.

L'usciere, che aveva portato il foglio e lo aveva veduto accogliere con tanto allegra sollecitudine, dovette svignarsela in fretta, per non ricevere il calamaio, od altro arnese dello scrittoio, nella testa. Il segretario venne per la firma, e fu mandato al diavolo. Entrò la sottoprefettessa e fu mandata col segretario.

Vedete, disse in fine, io sono un uomo tutto di casa. Non son buono a nulla se non ho la mia penna, il mio calamaio, quel quadro l

Ognuna delle risposte di Paolo Spada la meravigliava e la faceva soffrire. Lo credea sincero. Non amava un'altra donna: non era stanco di lei: ella gli piaceva ancora. Ma dunque era proprio per questo terribile lavoro dello scrivere, che il suo amante l'abbandonava, si dimenticava di lei come se non esistesse, la guardava in volto trasognato come se non l'avesse mai vista, non le prendeva una mano, non la baciava? Così sono, dunque, questi uomini che scrivono? E quest'arte, questa parola che ella udiva ripetere continuamente, senza intenderla, quest'arte pronunziata ora enfaticamente, ora a bassa voce in tono pauroso, quest'arte le cui quattro lettere escivano, pronunziate dalla bocca di Paolo Spada, con un ardor amoroso meglio di qualunque amorosa parola, ella aveva finito per odiarla in silenzio, con tutta la muta ribellione del suo cuore. Non era una donna l'arte, aveva i capelli neri, biondi o rossi, diversi dai suoi; non era una persona slanciata dagli occhi grandi e bruni e scintillanti, mentre i suoi erano limpidi e tranquilli e la sua persona era piccola e graziosa; non era una donna intelligente e sapiente, mentre ella era una povera buona, ignorante: eppure Adele era gelosa di quest'arte e la detestava, con tutto il cuore, come se fosse una creatura viva. A poco a poco i libri, le carte, il calamaio, l'inchiostro e la penna, e tutto quello che è il corredo di chi scrive, le cominciarono a fare orrore: e gli accessi di lavoro feroce, o gli assorbimenti lunghi in vaghe contemplazioni di Paolo Spada, le davano l'impressione d'una sua sciagura personale, sempre respinta e sempre ricadente sul suo cuore. Un giorno, quasi fosse presa da una curiosit

Quando ebbe tutto allestito per la medicatura, sedette alla tavola, si trasse davanti il calamaio e il registro, sbadigliò ancora una volta e accese un'altra lampadina, per vederci meglio. Dunque? disse, voltandosi Voialtri, fatevi avanti. Due guardie di pubblica sicurezza uscirono dalla penombra e si posero di faccia al medico. Il brigadiere salutò militarmente. Il fatto? disse il dottore.

Erano le opere di Sant'Agostino: così diceva la scritta d'inchiostro nero sul dorso della cartapecora di cui erano coperti quegli smisurati volumi. Il padre Bonaventura recò il suo librone sullo scrittoio, e dopo averlo sfogliato un tratto per cercare la pagina, intinse la penna nel calamaio e al lume della sua lampada, si mise a scrivere. Sulle opere di Sant'Agostino? Sicuro.

La padrona, vedendo che l'ospite trentino non si faceva vivo per il conto, glielo aveva fatto trovare in camera, sotto il calamaio. Lui, s'intende! aveva finto di non vederlo. Ma la sera lo trovò sul tavolino accanto al letto, spiegato sotto il candeliere; e il secondo giorno disteso, diritto, sulla padellina di cristallo, appoggiato alla candela. E d'ora in ora, quella faccia della padrona, gi

Pur troppo, signora sospirai , e magari potessi rimediare al malfatto! Semplice disse. Carta, penna e calamaio. Vi detto io. Ora io non ricordo più come avvenne, ma so per certo che per trovare carta, penna e calamaio, io salii con lei, da lei, nel suo appartamento. Venne ad aprire una cameriera. Non ricordo l'appartamento. Mi parve strano e diverso da quello di casa mia. Perchè diverso, non so.

Ho fiutato il complimento e la modestia mi ha fatto arrossire. Quanto alla risposta, essa è facile: disciplina di partito. Eh via! C'è egli forse chi comanda a loro? a loro che da mattina a sera, e spesso tra lo afferrar la penna e il tuffarla nel calamaio, sogliono prendere le più gravi deliberazioni del mondo?

Animo! carta, penna e calamaio, se non volete che il re e la regina vadano via, senza lasciarvi due righe di biglietto. Il marchese di Lucena aveva fatte le cose per bene. Filippo, accompagnato dal buon duca d'Ossuna, era giunto allora nel chiostro, e stava a colloquio colla regina.