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Aggiornato: 15 giugno 2025
La fanciulla obbedì, e recatogli il foglio, il signor Basilio lo lesse per ben due volte, e quindi toltosi dalle tasche dell'abito un piccolo calamaro di bronzo, v'intinse una penna che aveva dentro lo stesso calamaio e segnò il proprio nome appiè del foglio, quindi ripose il tutto nella saccoccia del soprabito.
Certe volte il mestiere lo insegnava ai viaggiatori che gli sedevano vicino, e allora erano sperticati elogi delle sue bestie, quattro agnelli, ciac, ciac, che non occorre toccarli mai. Coi signori, tutta gente scribacchina, chiamava penna la frusta e calamaio l’astuccio di cuoio dove riporla in riposo, e via discorrendo.
La soggetta occupava poi le cariche più delicate di scrittura: e se non la razionala interna, era sempre la scrivana del monastero o la segretaria della Badessa, col permesso della quale poteva tenere nella sua cella penne e calamaio; mentre le altre, al bisogno, dovevano andare a chiedere le une e le altre.
Vorrei portarvi via, e rinchiudervi per un anno in una stanza con dei libri, una tavola, un calamaio e niente altro, disse. Oh, come lo vorrei anch'io! esclamò Nancy. Neanche un'anima mi dovrebbe parlare! E quando avessi fame mi fareste passare del «plum-cake» per la finestra. L'inglese rise, del riso breve e subitaneo di chi ride poco.
Spesso accadeva al giovine di dover scrivere coi nervi esaltati da un pranzo troppo frugale; spesso, nelle gelide notti d'inverno, le mani e la fantasia si gelavano nella camera senza fuoco; talvolta mancavano i soldi per comprare il petrolio, talvolta non vi era carta nel tiretto o si doveva versar l'acqua nel calamaio inaridito.
Io, Paolo Herz, sul mio onore e sulla mia coscienza, giuro di amare di ardente amore la signora Chérie... Da quando? Da un'ora e sette minuti, lo giuro, con l'aiuto dell'orologio. Scrivi ciò ella disse, levandosi, portandolo presso un grande tavolino di legno scolpito, dove era un immenso calamaio dell'Impero.
Eh! bisogna vederlo quel giovine, sì certo,» disse la zia; «bisogna vedere ciò che può dire a favor suo; fategli dire che venga.» Emilia osava credere appena a' propri orecchi. «No, no, restate, gli scriverò io stessa,» aggiunse la zia; e chiese carta e calamaio.
Davanti alla porta dormiva Selam, disteso sulla sua cappa turchina, colla sciabola vicino al capo. Se lo sveglio, e non mi riconosce subito, pensai m'accoppa! Usiamo prudenza. M'avvicinai in punta di piedi e misi il capo dentro la tenda. La tenda era divisa in due parti da una ricca cortina: di qua serviva di sala da ricevimento, e v'era un tavolino con tappeto, carta, calamaio, e alcune poltrone dorate; di l
Signora marchesa.... mia buona signora marchesa.... ansimava egli con voce soffocata. È un tradimento.... Sono un uomo rovinato.... Che cosa vi avevo detto io, signor prevosto? ribattè la marchesa, traendo a sè la sua manica. Carta, penna e calamaio, e vi si fa l'ordine di scarcerazione. Ma senza la firma del re? Ecco, voi non siete ragionevole nei vostri desiderii.
Or vo' farvi veder come un signore tratta le dame che gli fanno onore. Cosí detto, s'appressa al calamaio fingendo dissegnare un suo viglietto. Non dimandar se Terigi fu gaio o se fu per morirsi di dispetto. Avrebbe dato il cuore, non che il saio, piuttosto ch'ella scriva al giovinetto: non pensa s'ella dica bene o male, ma l'ammazza il viglietto al suo rivale.
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