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La contessa, dal canapè, sfilandosi colle dita inquiete le frange della manica, di tanto in tanto, di sottecchi, guardava Michele, che mezzo sdraiato sulla poltrona, una mano in tasca, il bastoncino nell'altra, gli occhi per aria, scotendo convulsamente una gamba, faceva battere il tacco sul pavimento con un tic, tic, tic, regolare, monotono, inquietante.

Da sei mesi o forse più che io non la rivedevo, la ragazzina s'era fatta alta e complessa, e la moda ajutava a stringerla in vita e a darle attraenti disuguaglianze. Il sor tenente, un gatto vecchio che sapeva arrampicarsi, portò la mano alla visiera, si piegò come si piega un bastoncino di giunco, sussurrò delle paroline sorridenti, Dio sa quali sciocchezze!

La contessa mosse incontro a Nenni, con un'espressione di letizia, con un sorriso così limpido, che Ariberto fece girar tra le dita nervosamente il bastoncino d'ebano. Come mai? ella chiese. Io non vi aspettava più.... Se volete, torno via! disse Nenni ridendo. No, no, ve ne prego! esclamò Gioconda con involontario calore. Sedete qui, accanto a me; oggi siete la pecorella smarrita.

E per oggi non muoversi più di camera; non si viene a pranzo: la mamma lo ha dichiarato formalmente, non vuol più vedervi sino al momento della partenza e, forse, nemmeno allora. Giacomo tirò diritto col bastoncino sotto il braccio, svelto, elegante, sottile, e infilò la porta di casa senza esitare: l'altro lo seguì cogli occhi, intenerito. No: non lo avrebbe lasciato partire; no; no.

Non si dice che i ministri del regno d'Italia sieno tutti iettatori?... È vero? Tu che ci credi in queste cose, devi saperlo! Ma ci vuol altro che un'Eccellenza "per sbaragliare il boemo!" Pietro seguiva Nora ascoltandola silenzioso, tagliando coi colpi del suo bastoncino le erbe più alte, facendo scoccare dal gambo le margherite e i garofani selvatici.

Seguiva Nora, sempre silenzioso, a testa bassa, tagliando, spezzando d'un colpo, col bastoncino, le erbe, i fiori e i ramoscelli più alti. Quando ebbero raggiunto la piccola stradetta fra le due rive spesse di ontani, Nora si fermò un momento per respirare, all'ombra: poi ripresero il cammino.... l'uno a fianco dell'altro. Anche Nora, adesso, taceva; era diventata pensierosa.

Prendi questo bastoncino, e ch'io non lo veda più!... Daniele obbedì, e si allontanò portando il bastoncino sulle due palme stese, come i paggi recano nel corteo il cuscino col serto regale. Perfetto, non è vero? rilevò il signore, osservando il suo domestico impettito. Sembra che porti il Tabernacolo.... Tutto, intorno a me, deve avere uno stile....

Povero ragazzo! ripetè tristamente l'uffiziale. Povero e bravo ragazzo! Poi s'avvicinò alla casa, levò dalla finestra la bandiera tricolore, e la distese come un drappo funebre sul piccolo morto, lasciandogli il viso scoperto. Il sergente raccolse a fianco del morto le scarpe, il berretto, il bastoncino e il coltello. Detto questo mandò un bacio al morto con un atto della mano e gridò: A cavallo.

E come ritornello, modulò tra le labbra: Un pa-dro-ne, un pa-dro-ne! Folco sorrise: le bizzarrie di Ariberto lo divertivano; lo osservò mentre si allontanava, stretto nella marsina, appoggiandosi un poco al fragile bastoncino d'ebano. Venivano in casa anche il padre e la madre di Gioconda, il signor Piero e la signora Delfina.

Stanco un giorno della rinomanza di bell'uomo, s'era tirato addosso una grandine di mali finti, si era foggiato una maschera, s'era messo a camminare come una navicella in burrasca, appoggiandosi, quando non se ne dimenticava, a un bastoncino d'ebano.