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Così scrisse Nancy al Selvaggio spiegandogli tutto ciò; e poi andò con Anne-Marie e Fräulein a Praga, dove viveva il più grande di tutti i maestri di violino. Egli era un boemo, rude, selvaggio e barbuto, e teneva chiuso nel suo aspro petto il suo cuore sensitivo, ferito dalle ingratitudini di grandi artisti.

Maledetto boemo!... Bisogna agguantarlo per il collo!... Per lo meno imporsi, spaventarlo!... Spaventarlo?... Sicuro, perchè no? Matteo, era seduto dinanzi alla scrivania; si allungò, si distese sulla poltrona. Spaventarlo?... Tedesco, affarista, donnaiuolo.... non dovrebbe essere difficile!

Non si dice che i ministri del regno d'Italia sieno tutti iettatori?... È vero? Tu che ci credi in queste cose, devi saperlo! Ma ci vuol altro che un'Eccellenza "per sbaragliare il boemo!" Pietro seguiva Nora ascoltandola silenzioso, tagliando coi colpi del suo bastoncino le erbe più alte, facendo scoccare dal gambo le margherite e i garofani selvatici.

È il Kloss! mormorò Evelina, appena ebbe finito di leggere l'articolo. È il Kloss! È il Kloss! rispose Nora furente, rossa di collera. Tutt'e due avevano scoperto il boemo nell'ispiratore dell'articolo, dalla violenza brutale dell'attacco e più ancora da quella parola carnevalata.

Peggio ancora, si ride! È il Kloss che ci ha rovinati! Sursum corda, caro ingegnere! Dal boemo non abbiamo più niente da temere: preso! Il Fontanella guardò stupito Cantasirena: Preso..... come il Casalbara! borbottò con una alzata di spalle. Era l'idea fissa dell'ingegnere.

Matteo, istintivamente, guardò subito verso la sua cara figliuola: in mezzo al giardino, sotto il sole, la figura bianca, bionda, elegantissima, vaporosa, spiccava sfolgorando al fianco della piccola Eccellenza, tozza e volgare nell'abito nero. .... Non era il momento di domandarle del Kloss!... Maledetto boemo! borbottò fra il direttore.

Il rimanente, centocinque mila lire, bisogna che tu me le procuri fra una settimana, più presto che puoi: per l'assemblea degli azionisti. È imminente! Io?... Come? esclamò Nora colpita. Colla guerra che ci fa il Kloss, quel boemo nefando, non è più possibile far ballar delle cifre dinanzi agli azionisti.

Non così, per altro, egli avrebbe potuto comportarsi alla seccatura più grossa: la guerra che faceva alla Cisalpina quel maledetto boemo "trasudante col sudiciume, i milioni e le canagliate!" Col Kloss non si può scherzare! E si trattava appunto di Francesco Kloss, e l'odio, la guerra che gli faceva il Kloss, egli la metteva in conto di un altro regalo che gli venisse da Nora.

Quando venne il caporale per toglierlo di sentinella, lo trovò in quello stato, fu deriso da tutti come pauroso, e alla mattina fu portato all'ospedale con una febbre gagliarda. Quegli che produsse la disgrazia del soldato boemo fu Giano. Egli aveva promesso al principe un segno palpabile del suo trionfo.

Il buon boemo vagava da qualche istante in quella indecisa regione che sta fra i sogni e la vita reale, quando è svegliato del tutto da un rumore indistinto: spalanca gli occhi, balza in piedi, e vede vagamente in quell'ombra un braccio del morto alzato che ricade, e nello stesso tempo sente qualche cosa strisciar via tra l'erbe del terreno e le frasche.