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«Col cuore palpitante m'avvicinai alla porta e dico il vero, con un certo presentimento inquietante che m'avea preoccupato tutta la sera. «La porta d'entrata era chiusa col saliscendi e facilmente apertala, traversai il cortile, e, pratico com'ero, m'avviai all'entrata d'un salone, apersi pure ed ivi trovai donna Rita addormentata profondamente su d'un seggiolone.

Egli guardò l'ora, si stupì d'aver dormito così poco: quindi si levò a sedere sul letto, e volle ricercare nella memoria l'ordine del sogno fatto, la ragione del risveglio subitaneo e precoce. Solamente dei lembi dispersi di sogno poteva ricostruire, dei brani incoerenti, delle visioni fugaci senza alcun addentellato con altre visioni. Ricordava d'aver parlato amichevolmente con Diego, che rideva di quel suo riso aperto e buono, così noto a lui; ricordava d'aver visto tra una folla d'estranei o di dimenticati l'Albenza, il Maddaloni, la sua prima amante, una giovinetta povera, che avea sedotta e tradita , sopra tutto il Rinaldi del Progresso, che con insistenza l'aveva fissato senza salutarlo; ricordava d'essersi smarrito in un appartamento sconosciuto, pieno d'ombra e di mistero, e d'aver provato un senso di invincibile terrore; ricordava infine (e questo ricordo era il più lucido e il più inquietante) d'essersi trovato insieme alla sua povera madre, che gli diceva con la voce angosciata, guardandolo severamente: Ah, Paolo, Paolo! E come

Aveva udito pronunziare il vostro nome dai convitati in modo inquietante, e sapendo che gli uomini i più empi sogliono essere i più superstiziosi, mi decisi a spaventarli, per distoglierli dal nuovo delitto ch'io temeva. Ascoltai attentamente Montoni, e nel luogo più interessante del racconto, ripetei più volte le sue ultime parole. Non avevate timore di essere scopertochiese Emilia.

Fausto s'andava ogni giorno innamorando un po' di più della Contessa, e lei sentiva crescere in modo inquietante la sua simpatia per lui. Ma non si conoscevano abbastanza per abbandonarsi ad una fiducia che poteva essere ingannevole. Stavano in guardia tutti e due.

Ma sotto quelle e simili apparenze, restava il fenomeno, inquietante per Cesare, che l'una completava l'altra; la bionda ammalata s'era avvinta per sempre alla sorella bruna, perchè da questa pareva trarre qualche mistico alimento alla propria anima; ed Emilia aveva contesto il filo della sua esistenza al filo tenue dell'altra.

La prima volta in cui Nino Stresa mi mancò di rispetto, fu in un ballo. Ero vestita di broccato bianco, quella sera: e il busto del vestito era sostenuto, sulle spalle, da due fascie di brillanti che formavano manica. Egli, Nino Stresa, mi cominciò a guardare, di lontano, poco dopo la mia apparizione nel ballo: e non potei più fare un movimento per passeggiare o per ballare, senza sentire il suo sguardo fermo sovra me. Ora, Nino Stresa ha uno sguardo singolare. I suoi occhi sono semplicemente neri, senz'altro pregio. Ma lo sguardo ha una dolcezza languida e persistente che, talvolta, dopo qualche minuto di contemplazione, pare che si veli di lacrime per una profonda emozione saliente agli occhi dall'imo cuore. Sembra, quando guarda così, Nino Stresa, che tutta la sua anima si dissolva in una intima e malinconica tenerezza, assolutamente contraria alla sua apparenza di bellissimo giovane e di giovane elegantissimo. Vi sono, o pare che vi sieno, in quello sguardo tesori segreti e inesauribili di un sentimento nascosto con gelosa cura e trapelante, solo, in quella dolcezza ostinata e adombrata di lacrime. Tanto che la donna guardata così, da Nino Stresa, dimentica la soverchia, inquietante bellezza dell'uomo, e nella creatura troppo fine e sicuramente corrotta, nella creatura che porta la peggiore delle reputazioni, cioè quella della fatuit

La loro discussione si accalorava, senza che il dottore, incredulo in fatto di beneficenza, mostrasse di interessarvisi; ma siccome Bice era ricaduta in un silenzio inquietante, le due signore si arrestarono. Il dottore s'impazientò: uso ad attaccare sempre di fronte malattie e malati credette bene di eccitare Bice. A che ora verr

Bianca è capricciosa. Ogni volta che io ebbi il dono del suo amore la trovai diversa. Ricordo il nostro quarto convegno a Palermo. Sembrava ridiventata pura come una vergine. Per un nulla le vampe al viso. Mille pudori e la lunga difesa di ogni angolo del suo corpo. Poi dopo il primo amplesso riapparve la fragorosa luce dei suoi occhi di carnevale che ridevano offrendo la bocca come un fiume di delizia nel paradiso, la sua bocca nuda, aperta e inquietante. Una strana sensualit

Non vi fu neppure un'allusione al passato. Bice, dopo quella sventura, era diventata taciturna, di una magrezza anche più inquietante per la stessa cortesia dei suoi modi, nella quale s'indovinava la rassegnazione di un dolore inconsolabile. Non vestiva più che di scuro, una specie di mezzo lutto, senza affettazione e senza eleganza, che le dava un'aria di signora devota, gi

La contessa, dal canapè, sfilandosi colle dita inquiete le frange della manica, di tanto in tanto, di sottecchi, guardava Michele, che mezzo sdraiato sulla poltrona, una mano in tasca, il bastoncino nell'altra, gli occhi per aria, scotendo convulsamente una gamba, faceva battere il tacco sul pavimento con un tic, tic, tic, regolare, monotono, inquietante.