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Aggiornato: 14 maggio 2025
Ma chi sono queste persone?» rivolgendo la sua domanda soprattutto allo zio Giacomo, il quale, del resto, non comprendendo una parola d'inglese, gli sorrideva, rispondendo: «Yes.» Verso sera la piccola Nancy, eccitata e piangente, dovette essere mandata a letto; e anche la signora Avory si ritirò col mal di capo.
Lei pure è dell'orchestra che deve dare concerti all'Hotel? Vous aussi...? Sì, yes, per compiacerle, rispose Napoleone Barbetta, arrossendo come un ragazzo. Bravo, applaudiremo di cuore... con gratitudine..., soggiunse la bionda e cara fanciulla, stendendogli la mano con franchezza inglese e stringendo quella del suo salvatore con un moto del braccio che pareva dire; A rivederci, caro,
Il professore appena vide noi venne incontro a noi con mani tese... Feci mie congratulazioni... Molte altre signore e gentlemen spingevano da tutte parti... Per mezzo minuto io fui separata da Miss Diana... Forse allora il professore le parlò piano... Io potevo non... non potevo sentire... Signorina raggiunse me subito dopo, incantata, enchanted, delighted, yes.
E portatosi il colmo bicchiere alla bocca, lo vuotò d'un fiato. L'esempio fu seguito da tutti. Ah yes! altro bicchiere, gridò l'inglese facendo scoppiettare il suo frustino, altro ancora, eppoi vincere. Vèh, vèh, l'inglese s'infiamma! osservò Piero con un po' d'ironia. To', è vero, aggiunse Tonio. Yes! e perchè non m'infiammare? Non avere forse puledro inglese più nobile sangue che non italiano?
La Teresa accennò di sì col capo. Parlava correntemente l'inglese, ma non era in vena di attaccar dialogo nè in quella lingua, nè in altra, e preferì lasciar credere ch'ella non sapesse neanche dir yes.
Era un'inglese, che aveva piuttosto il tipo d'una tedesca, piccola, rosea, grassottella, flemmatica. Dica lei, dica il suo parere sulla conferenza di questa sera. Miss Jane, che ansava un poco, posò il manicotto sopra una sedia, si sbottonò i guanti, e rispose: O yes, beautiful indeed... Molto bella. Pronunciata questa sentenza, la governante si sprofondò in una poltrona in un angolo del salotto.
«Ja, yes.» Ma «O sole mio....» dall’altra riva chiama il canto che forse non ha bocca, ch’è di fantasma; e l’anima mi tocca con la carezza d’una mano viva. Batto i denti, alla pioggia. E più il mantello su me ravvolgo, e più mi sento ignuda: mi sferza il dorso la ferocia cruda del croscïante gelido flagello.
Si trovò, prima che potesse orientarsi, insaccato nell'omnibus fra una dozzina di «yes» lontano sei posti da Paolina. In due trotti, ossia cinquanta passi per cavallo, l'omnibus si fermò innanzi al grand Hôtel Bellagio. L'albergo era chiuso in giro da una gran cancellata a punte d'oro, che serrava un gran giardino all'inglese: non c'era scampo, bisognava rassegnarsi.
Le pareva ancora di vederlo fermarsi subitamente davanti alla Quinta Cappella e dire, con quel suo strano e caro accento inglese: «Volete essere sposina mia?» Ed ella si era messa a ridere, e gli aveva risposto in inglese, colle sole tre parole che sapeva e che egli stesso le aveva insegnate attraverso la table-d'hôte : «Yes. Please. Thank-you!»
E per la strada il professore era con loro? Oh no... Avrei non permesso... Eravamo con signora e signorina Duranti... Signorina diede suo braccia a Miss Diana. Io fui con la madre, o yes. Basta così. Se vuol ritirarsi, vada pure. Miss Jane riprese il manicotto e uscì salutando. Fata trahunt borbottò Aldini. Per carit
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