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Aggiornato: 15 giugno 2025
Qui c'è forza rifarci indietro un momento. La sera prima quando il Malumbra toccò, per la prima volta, l'isola di San Giulio, anche il Bronzino metteva il piede in Vall'Intrasca, difilato all'abitacolo, dove sapeva trovarsi il suo signore, e contento d'avere a riferirgli qualche cosa che forse gli sarebbe tornata ad utile. Carlo Visconti, essendo gi
Ora, tornando a Carlo Visconti, nel quale il Barbarigo aveva riposte tutte le sue speranze, entrato che fu nella stanza dov'era la sventurata Valenzia, e fermato il chiavistello dell'uscio, gi
Ma giova, ricrea l'animo seguir le vicende di quella, dicasi pur rozza, feodale o semibarbara, ma virile, ma semplice, ma virtuosa schiatta, non pura forse d'ogni violenza od inganno, ma non imbrattata certamente di niuna di quelle nefanditá e viltá de' Visconti, degli Estensi, degli Scaligeri, degli Ezzelini, e de' papi di Avignone, e degli Angioini di Napoli, e de' senatori di Venezia e delle signorie cittadine, e dei condottieri tramezzati in tutto ciò.
«Questo conte d'Armagnac è parente strettissimo di quel Carlo Visconti figlio del Bernabò che dovea sposare la Valenzia.» «Ebbene?» «Carlo Visconti ha voluto precedere il conte, e dicesi che siasi messo a far delle scorrerie sul lago Maggiore, non ad altro che per vessare la gente del suo cugino, il Conte di Virtù, che vi ha terre e castella.» «Questo non ci deve importare più che tanto.»
Il Visconti, come udì queste parole, subito rispose: «Di questo nuovo imbroglio, sia desso vero, o una fantasia al tutto, mi farò chiaro un'altra volta; ma ora considerando un po' meglio il resto, io vedo pure assai probabile che in Venezia possa trovare alcun valido appoggio, e quand'anche il tuo veneziano, che hai detto, non ti avesse mai parlato di questo, sarei venuto io medesimo nella risoluzione d'andarmene col
In questa s'udì battere alla porta. Il Visconti tende l'orecchio; Valentia ricade a terra ginocchioni tutta tremante, gridando: «Chi sar
Nella parte più alta di questo contado, ergesi ancora la rocca dove allora entrò il duca Galeazzo. In una grandissima sala abbandonata, ancora si vedono pregevoli dipinti che rappresentano le gesta dell'arcivescovo Ottone Visconti, e che allora erano di poco tempo stati eseguiti per ordine del medesimo Conte di Virtù. In un brolo di quella rocca, le molti iscrizioni che vi si vedono, tra le quali segnatamente quella di C. Metilio Marcellino, ci attestano l'antichit
Il Visconti e il Gritti, messisi in mare col fine di tener dietro al Fossano, ed a vedere dove s'avviasse di quell'ora, accompagnatolo a molta distanza, l'avevan perduto di vista, e gi
Questi, a fare una vendetta, sarebbe andato incontro a morte sicura, e sarebbe morto contento perchè vendicato, senza che avesse altre mire. Il Visconti in vece avrebbe esposto la propria vita sì, ma la vendetta non gli bastava, voleva raccogliere anche l'utile per sè, e gli volevano molti gradi di probabilit
«Non pronunciare un'altra volta il nome di Carlo, ed abbi rispetto al dolore di un padre;» dicendo queste parole, il senatore accennava a Candiano, il quale chinava la testa, ed aggrottava le ciglia. «Io ci ho rispetto senza dubbio, e tacerò... ma mi resta sempre tuttavia a confortarmi seco pensando che ogni sventura è nulla, se si confronti a quella di aver per genero quel terribile Visconti.»
Parola Del Giorno
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