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Aggiornato: 15 giugno 2025
A Milano intanto erano stati disposti i processi delle persone arrestate per l'affare della congiura. Il signor Luchino Visconti era studioso di serbare le apparenze della giustizia; e i suoi lodatori rammentavano spesso a grande encomio il seguente fatto.
Gli grida il fante: «Ma insomma dove avete trafugata colei?» «Chi?» gli risponde il Visconti. «Valenzia, la figlia dell'ammiraglio, credo bene ch'ella fosse qui.» «Ma io non so nulla, vi torno a ripetere, e qui non ci sta mai altri che io solo, amici cari.»
Dolse ai genovesi lo sfregio sul mare, più che non avessero potuto gli altri danni molteplici in terra; perciò fu deliberato di trarne vendetta sollecita, e tanto più allegra, in quanto che, essendo al termine di sua fortuna, e altresì di sua vita, il Visconti, ed ospite di Galeotto essendo il fuoruscito Barnaba Adorno, antico doge, balzato di seggio da Giano Fregoso in quell'anno, i vecchi nodi coi nuovi pareano stringersi al pettine, e molti torti si vendicavano in uno.
Ma egli non aveva osato farne proferire sentenza finale, tra perchè il fratello vescovo erasi interposto a favore loro con vive istanze, tra perchè temeva si levasse ancora tanto rumore, quanto pochi anni prima per l'assassinio di Marco Visconti.
«Oh, padre mio!» esclamò allora la Valenzia. e facendo forza a sè stessa, e volgendosi al Visconti: «Oh! ditemi, che è avvenuto del padre mio?» «Io non so nulla; ma vi consiglio a pensare a voi medesima prima di tutto, diversamente senza fare il suo vantaggio, sarete causa del vostro danno.»
Il figlio di Bernabò Visconti stava seduto innanzi ad una tavolaccia colle braccia incrocicchiate sul petto, la testa ritta e incappucciata e l'occhio fisso; quantunque non l'avesse veduto che due o tre volte a Venezia, molt'anni prima, pure quella fisonomia al tutto caratteristica gli si svolse intera innanzi agli occhi, e lo riconobbe.
Qui Valenzia, essendo malissimo disposta a narrare quella storia, non che a metter fuori una sola parola, mostrò di non aver sentito, nè tampoco il tuono della voce del Visconti, e continuò a mormorare fra' denti una sua preghiera. Però crebbe la stizza al Visconti, e in tuono più alto replicò quella domanda.
L'essere poi caduta Valenzia nelle mani del Visconti in quel momento che la presenza di lei era tanto necessaria, gli dava pure moltissimo a pensare, giacchè se l'ammiraglio, messo agli esami, non avesse voluto confessare al primo, tutto il congegno della sua trama avrebbe dovuto fermarsi per il momento, e infino a tanto che Valenzia non fosse in potere della Republica.
«E fu proprio l'ultima.» «Tre dì dopo, mi pare ancora di sentire la voce del mio gondoliere: Questa sera a ventiquattr'ore, la signora Valenzia Candiano è passata all'altra vita.» «E all'alba del dì prossimo doveva recarsi in San Marco dove il Visconti l'avrebbe impalmata.» «Pur troppo, e v'andò di fatto, ma in vece dell'alba fu a vespro, e la bara tenne luogo alla lettiga.»
Stati per qualche tempo senza proferir parola nè l'uno nè l'altro, alla fine entrò a dire il Savoiardo: «E così cosa pensate di fare?» Il Visconti si scosse a quelle parole, e squadrato il compagno d'alto in basso, come solea fare con tutti, «Per ora non so,» rispose. «Il vostro cugino è qui presso.»
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