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Aggiornato: 15 giugno 2025


Supposi allora che fosse a Roma presso i suoi parenti, e partii tosto per Roma. Ricorderò sempre quanto palpitai alla stazione di Albano, vedendo alle spalle una giovane signora, alta, bionda, che camminava come lei. Non era lei. Salì nel mio coupè e vidi che somigliava un poco a Violet anche in viso.

Violet risposi non rattristiamoci inutilmente così! Pensiamo invece a preparare la lista di tutti i nostri parenti e conoscenti d'Italia, di Germania e d'Inghilterra a cui si dovr

Presi il caro viso fra le mani, lo trassi a me senza rispondere, posai le labbra sulle sue labbra, mi si oscurarono gli occhi, mi parve aspirar tutta l'aria, tutta la luce, tutta la vita del mondo. Udimmo in quel momento le voci dei signori Steele, ed avemmo appena il tempo di separarci. Quanto a me non potevo ancora parlare. Per fortuna gli amici di Violet intesero e parlarono sempre loro. Sulle prime non capii affatto ciò che dicevano; palpitavo ancora nella tempestosa gioia del momento appena trascorso, avevo i sensi troppo pieni di lei. Poco a poco intesi che mi consideravano una vecchia conoscenza, che sapevano gi

A un tratto si affrettarono tutte, meno Violet, verso l'entrata. In quel momento io che camminavo su e giù per la sala le passai vicino e fui veduto da lei.

Le signore esclamarono, la biondina battè le mani. Erano, mi dissero, loro intimi, carissimi amici. Topler fece ah, ah, ah! tutto contento. La biondina non capiva come Violet non trovasse strana l'avventura.

Per via si era conversato di cose indifferenti. Appena partita la nostra compagna, Violet mi aveva detto «mi ami?» I miei occhi, non le mie labbra, avevano risposto e non s'era parlato più, se non col silenzio stesso, pieno di passiono. Com'è dolce, qui! diss'ella a un tratto. Vuoi che ci restiamo? risposi. A vivere e morire? Oh no! Aveva detto «oh no» così risolutamente! La guardai, sorpreso.

Non parlo della risposta che feci a Violet sull'istante. Bastava veder quei caratteri per intender la furia della mia gioia.

Vedutevi alcune signore intente a copiare quadri, mi venne in mente di domandare se miss Yves ne avesse pure chiesto il permesso. Così potei scoprire che una miss Violet Yves aveva infatti frequentato il Museo dal dicembre al marzo. Uno dei custodi finì con ricordarsi di lei e mi assicurò che da oltre un mese non si vedeva più.

Adesso riprese Violet quando ci fummo dilungati abbastanza comprendo che devo scrivere questa cosa. Non è un segreto, ma è una cosa ch'Ella non sa e che deve sapere. Il suo libro Luisa m'ha fatto una impressione profonda, più che non le ho detto finora, e la Sua simpatia mi è tanto cara; mi sarebbe molto dolore non solo s'Ella mi dimenticasse ma anche se pensasse di me come non bisogna! Io parto presto e non ci sar

Chiedevo invano ai boscosi poggi, ai pendii fioriti, all'Eisack sonoro se avessero veduto Violet. Che inesprimibile senso d'incertezza e di angoscia mi possedeva, come mi accresceva trepidazione il corso violento e sicuro della locomotiva! Se miss Yves, pensavo, non fosse ritornata, se mi allontanassi da lei! Era la prima volta che passavo il Brenner e ancor più mi pareva solenne quell'uscire dalla patria, quel novo aspetto delle cose, quel sentire al di l

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