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Aggiornato: 15 maggio 2025
Invece si frenò, fece in silenzio un inchino esagerato, pieno d'ironia, e partì a gran passi agitando il cappello che teneva in mano. Violet mi trasse dalla parte opposta stringendomi il braccio forte forte. Gli Steele, imbarazzati, si fecero in disparte, ci lasciarono soli.
Ah! esclamai. Senta, signore riprese la Treuberg con un certo imbarazzo, capisco la sua gioia. Come amica di Violet Yves, credo che potrei molto rallegrarmi anch'io, ma non so se miss Yves, quantunque certo ben disposta verso di Lei, accoglier
B., ma forse non avrei avuto un altro momento opportuno; le porsi il libro. Appunto perchè il momento non era opportuno, m'intese. La vidi esitare un attimo. Non lo posso portare a pranzo diss'ella con un lieve sorriso. No risposi ma credo v'abbia dimenticato qualche cosa di Suo. Violet esitò ancora, poi prese il libro e ne tolse la lettera. Andiamo disse l'altra.
Qualche cosa d'indefinibile nell'aspetto, nei modi di lei, l'anello, i pendenti di piccoli brillanti, mi lasciavano poca speranza che fosse libera. Aveva dimenticato lì il suo libro. Vidi con molta meraviglia le poesie di Leopardi. Sul frontespizio era scritto per isbieco questo nome: Violet Yves
Alla sera, affacciandomi alla porta dove avevo udita la prima volta la sua voce, sentii il noto profumo di rose. Dovetti ritrarmi, con tanto impeto venivano i ricordi di quel momento felice e dell'ultima passeggiata. Mrs. B. s'avvide di me e mi domandò colla sua vocina petulante perchè fuggissi. Mi parlò di Violet. Lì faceva scuro, per fortuna; ella non poteva vedermi in viso.
I bagagli di Violet erano gi
A mezzo l'autunno mi venne in mente di comporre un romanzo. All'idillio non pensavo più, tra per l'essermi stato suggerito dall'altra signora, tra perchè trovandomi la testa piena di motivi non solamente patetici ma anche comici, il verso m'avrebbe fatto impedimento. Ne scrissi subito a Violet; le scrissi, mano a mano, le prime idee confuse che mi vennero e tutti i pentimenti per cui passarono, le ritrassi le figure vere da cui volevo prendere i miei personaggi. Oggi pensavo un modo di aggruppare e di sciogliere i nodi della azione, domani ne pensavo un altro. Le scrivevo tutto. Sapevo di guastare così l'effetto futuro del libro sopra di lei, ed ero appunto felice di sacrificare una soddisfazione perchè ella sapesse tutto tutto dell'anima mia, i miei tentennamenti, le aridit
Avevo ricevuto nel mattino una lettera di colui, colla data di Bingen; due sole righe in cui mi chiedeva un colloquio per l'indomani. A Violet non ne avevo fatto parola; ma ora dovetti parlarne a Steele perchè s'adoperasse meco a ottener dal parroco che il matrimonio venisse celebrato con segretezza, nel cuore della notte.
Non una voce, non un passo; udii solo il fragore d'un treno della riva sinistra e pensai al treno che aveva portato Violet, quando io stavo alla finestra col lume, palpitando. Voi siete un vero poeta mi disse la signora Emma quando entrai. Non avete pensato al Vostro testimonio. Mi battei la fronte, era vero!
Chiamarono il dottor Topler, e poichè con lui riuscirono solo a litigare in tre, chiamarono poi anche suo fratello e il signor Treuberg, appena sopraggiunti. Così rimasi solo, per un momento, con miss Yves. Ella pallidissima, si diede subito a chiamare la signora Treuberg con la sua voce soave che moriva a due passi. Violet diss'io.
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