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Ha voluto aspettarti. Ah, non t'ho ancora detto.... proruppe Giuliana, divenuta rosea non t'ho ancora detto che c'è stato il dottore, mentre eri fuori. Mi ha trovata molto meglio. Potrò alzarmi giovedì. Capisci, Tullio? Potrò alzarmi giovedì.... Soggiunse: Fra dieci, fra quindici giorni al più, potrò anche mettermi in treno. Soggiunse, dopo una pausa pensosa, con un tono minore: Villalilla!

Giuliana mi guardò. , mamma risposi, senza esitare, senza riflettere. Anzi, io e Giuliana andremo a Villalilla.

Avrei voluto abbracciare Calisto, accarezzargli la bella barba bianca, prenderlo a braccio e parlare con lui di Villalilla, delle cose passate, dei "nostri tempi" abbondantemente, sotto quel gran sole di Pasqua, "Ecco ancora d'avanti a me un uomo semplice, sincero, tutto d'un pezzo: un cuore fedele!" io pensavo, guardandolo.

Certo, doveva essere una disperazione inumana, la sua; senza tregua, senza limite. Il mio castigo era anche il suo castigo, ed era per lei forse un castigo anche più terribile. Laggiù, a Villalilla, pel viale, sul sedile, nella casa, ella aveva certo sentita la verit

Tacqui, in quel giorno; e nei giorni che seguirono, pur ricadendo più volte nella stessa confusa agitazione di ravvedimenti e di propositi e di sogni vaghi, non osai parlare: "Per tornare a lei, tu devi abbandonare le cose in cui ti compiaci, la donna che ti corrompe. Ne avrai la forza?" Io rispondevo a me stesso: "Chi sa!" E aspettavo di giorno in giorno questa forza che non veniva; aspettavo di giorno in giorno un evento (non sapevo quale) che provocasse la mia risoluzione, che me la rendesse inevitabile. E m'indugiavo a imaginare, a sognare la nostra vita nuova, la lenta rifioritura del nostro amore legittimo, il sapore strano di certe sensazioni rinnovate. "Noi andremmo dunque laggiù, a Villalilla, nella casa che conserva le nostre più belle memorie; e saremmo noi due soltanto, perchè lasceremmo Maria e Natalia con mia madre alla Badiola. E la stagione sarebbe mite; e la convalescente si appoggerebbe sempre al mio braccio, pei sentieri conosciuti, dove ogni nostro passo risveglierebbe una memoria. Ed io vedrei di tratto in tratto sul suo pallore diffondersi qualche lieve fiamma subitanea; ed ambedue saremmo, l'uno verso l'altra, un poco timidi; sembreremmo qualche volta pensierosi; eviteremmo qualche volta di guardarci negli occhi. Perchè? E un giorno, sentendo più forte la suggestione dei luoghi, io ardirei parlarle delle nostre più folli ebrezze di quei primi tempi. Ti ricordi? Ti ricordi? Ti ricordi? E a poco a poco ambedue sentiremmo in noi il turbamento crescere, divenire insostenibile; e ambedue, nel tempo medesimo, perdutamente, ci stringeremmo, ci baceremmo in bocca, crederemmo venir meno. Ella, ella verrebbe meno; e io la sosterrei nelle mie braccia chiamandola con nomi suggeriti da una tenerezza suprema. Ella riaprirebbe gli occhi, leverebbe tutto il velo del suo sguardo, fisserebbe un istante su me la sua stessa anima; mi parrebbe trasfigurata. E così saremmo ripresi dall'antico ardore, rientreremmo nella grande illusione. Ambedue saremmo tenuti da un pensiero unico, assiduo; saremmo agitati da un'ansiet

Ricordo la gita a Villalilla, con Maria e Natalia e miss Edith, in una mattina un po' velata. È un ricordo velato, in fatti, indistinto, confuso, come d'un lungo sogno straziante e dolce.

Non seppi rispondere. Dovevo rispondere che rimanevo? pregarla di lasciarmi rimanere? ripeterle le parole tènere proferite su la poltrona, nella nostra stanza, a Villalilla? Ma, rimanendo, in che modo avrei passata la notte? L

Il pensiero della gita a Villalilla mi occupò per tutto quel giorno e pel giorno seguente, di continuo. Non mai, credo, l'attesa dell'ora stabilita pel primo convegno con un'amante mi aveva data un'ansiet

Fin dovo s'udì il grido terribile? Erano le due del pomeriggio. Tre ore circa erano passate dal momento del nostro arrivo a Villalilla. Avevo lasciata sola Giuliana per alcuni minuti; ero andato a chiamare Calisto. Il vecchio aveva portato il canestro della colazione; e, non più con sorpresa ma con una certa malizia bonaria, aveva ricevuto un secondo congedo bizzarro.

Andremo a Villalilla dopo Pasqua. Sar