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Lunghe ore rimanevo così seduto innanzi alla finestra del mio studio spalancata, o sul sedile di pietra del terrazzo, ora assorto nella contemplazione delle grate visioni interiori, ora in quella della natura esterna che mi attirava e mi soggiogava con le sue ineffabili grazie.

Non seppi rispondere. Dovevo rispondere che rimanevo? pregarla di lasciarmi rimanere? ripeterle le parole tènere proferite su la poltrona, nella nostra stanza, a Villalilla? Ma, rimanendo, in che modo avrei passata la notte? L

Finchè Fausta era restata a letto, ed io avevo avuto la distrazione della compagnia di Bissi, l'irritazione che mi sconvolgeva l'animo per la delusione sofferta aveva trovato facili momentanee diversioni. Rimanevo però sotto il tormento durante la insonnia in quelle tiepide notti di maggio che spesso passavo alla finestra, fumando, con qualcosa somigliante a un chiodo calcato da crudelissima mano in mezzo alla fronte, e che a poco a poco mi produceva tale stordimento da farmi guardare, senza distinguer nulla, le case, la campagna, i monti lontani, annegati nella diffusa luce lunare, e smarrire in torbide regioni dove la facolt

La luna spuntava sull'orizzonte e l'aura del giorno non era ancora scomparsa. Io rimanevo sulla mia antenna, immerso nelle brezze marine co' miei pensieri. A un tratto, nel torcere gli occhi in giù, vidi un non so che di bruno che s'arrampicava sull'albero maestro con maggior sveltezza e rapidit

Per andare, per esempio, da Ariano, il mio paese, ad Avellino, mi facevano fare quattro tappe, in quattro paeselli, dove era la caserma dei carabinieri, con la camera di sicurezza. La stanza di sicurezza era un luogo di tortura, buia come una cantina e larga come una tana. Rimanevo perduto nella foscaggine per dieci minuti senza raccapezzarmi il luogo. C'era, di solito, una finestrucola all'estremit

«A quell'idea, provavo quell'estrema disperazione che ci fa urlare come belve, dilaniare le carni, che ci trascina al delitto, al suicidio. Mi ricordai un tetro caso d'una giovine, che, dopo esser stata sepolta come morta, s'era risvegliata nella fossa; ma a lei almeno erano tornate le forze per urlare, per dibattersi, e fu trovata col capo sfracellato contro le pareti della bara; mentre io non potevo nulla per abbreviare il mio supplizio; mi bruciavo internamente di furore, mi sentivo impazzire a quelle supposizioni spaventose, e rimanevo tranquillo nella mia solenne immobilit

Mi voleva bene e io rimanevo nel camerotto a perdere il tempo. Alla mattina, con un po' d'aria fresca e un po' più di luce, sembravamo tanti ubbriaconi che avessero passata la notte in un porcile, o in un acquavitaio che ci avesse rasi come una damigiana. Eravamo bianchi come i cadaveri. Il più allegro era sempre il precettato.

Assistevo ai progressi di Fausta come al lento sbocciare di un fiore di cui non si conoscono la forma e le tinte. La sua timidezza mi incantava; la sua vita si riduceva a una continua sorpresa davanti alle cose, a una specie di stordimento che la teneva per alcuni istanti perplessa e poi la faceva scattare in sussulti di gioia. Ho notato, giorno per giorno, le più minute osservazioni, i fatti più insignificanti che assumevano grande importanza perchè riguardavano un cuore e uno spirito, che pure talvolta si chiudevano inconsapevolmente, istintivamente, e si rendevano impenetrabili. Ed io rimanevo deluso e turbato davanti al mistero dell'avvenire di quella creatura che così si sottraeva all'influenza mia e di mia madre, quando più ci lusingavamo di averla compenetrata e domata. Riflettendo però, ero contento di vederla agire liberamente, di vederla riapparire quasi subito piena di tenerezza, di effusione, di gratitudine, di sentirla esprimere con parole di una semplicit

La camera che io abitava allora in via Bagutta era veramente in alto più del bisogno. Lo dicevo a me stesso quattro volte al giorno, sempre che salivo i cento e dodici gradini che mi separavano dalla folla, ma siccome quando si era su si godeva dalla finestra un magnifico panorama di tegole e di fumaioli, ci rimanevo.

Mi disponevo ad andarmene. "Scenderò. Dirò a mia madre che Giuliana dorme, che ha un sonno molto calmo; le dirò che anch'io ho bisogno di riposo. Mi ritirerò nella mia stanza. Domattina poi...." Ma rimanevo l