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Aggiornato: 19 novembre 2025


Si presentarono gli Italiani, e dalle sponde del mar Nero o dalle coste orientali del Mediterraneo le navi di Amalfi, di Sicilia, di Pisa, di Genova e particolarmente di Venezia recarono a tutta l'Europa i preziosi prodotti dell'Asia.

Garibaldi errava solo per la foresta di Ravenna; così gli avevano scritto vecchi congiurati. Bisognava quindi salvarlo, adesso che Roma da lui difesa sorrideva agli stranieri invasori e Venezia si arrendeva, e il Piemonte per conservare la larva del proprio statuto sotto le minaccie dell'Austria mutava larva di re; e il triumvirato toscano, ombra del triumvirato romano, spariva nelle tenebre della reazione granducale; e i borboni ritiravano a Napoli la costituzione insanguinandola nelle vie, e la rivoluzione falsata a Parigi dalla repubblica francese, che mandava ad assassinare la repubblica romana, era tradita a Vienna, soffocata a Berlino nel sangue più generoso: salvarlo adesso che generale senza esercito errava fra il popolo incapace di riconoscerlo, ormeggiato da spie, circuito da pattuglie pronte a fucilarlo! Morire ma salvarlo, perchè egli solo poteva un giorno rialzare l'Italia, essendo stato solo a concepirla e a combattere per l'Italia libera ed una! Mentre i più illustri uomini delle varie provincie disonoravano di lamenti e di contumelie reciproche la sventura di quell'ora, Garibaldi gi

«, scovarlo fuori, e fargli sapere il desiderio della Republica di Venezia; tutto sta che voi abbiate il coraggio di accostarvi a quell'uomo che, senza dubbio, vivr

È vero che sono cattolici e religiosi. L'arte classica è nei capitelli del Palazzo Ducale a Venezia; l'arte classica è nel Palazzo di Mantova, dove le consiglio di andare; e quelle sono cose non offerte in vendita, ma esposte al pubblico.

Dal giorno in cui era tornato a Venezia, Filippo aveva passato molte brutte ore.

Silvio afferrò subito questa idea luminosa, scrisse un gran numero di lettere promettendo qualche cosa di nuovo e di interessante su Venezia, inesauribile argomento di osservazioni e di studi, che gli venivano in mente, ispirati dall’amore che suo padre gli aveva comunicato per questa citt

Il perchè va lo dico subito, A Venezia, dove ho servito qualche anno, ci ho imparato una gran massima, che credo l'abbiano trovata in Grecia, nella tomba dei sette Sapienti. «Da chi mi fido mi guardi Iddio; da chi non mi fido mi guarderò ioOra, vedete, messer Pico; io non vo' dar molestie a nostro Signore, e non mi fido mai di nessuno.

A don Pio se mancava la cultura seria, non mancava però la perfetta educazione e la scienza di saper ricevere e di fare con garbo squisito gli onori di casa. Nessuno si sentì a disagio quella sera a pranzo a casa Urbani, neppure Maria, che metteva per la prima volta il piede in una casa aristocratica e conosceva allora tutta quella famiglia. La duchessa pure sapeva ricondurre la conversazione sugli argomenti che potevano interessare il Carrani e il Caruso, e avendo sentito dall'accento che Maria era veneziana, le parlava con entusiasmo di Venezia lodando la grazia e la cortesia delle donne di quella citt

La repubblica di Venezia però non cessava di considerare con grande interesse le cose persiane, dacchè a quella parte stavano ancora rivolte le sue speranze, nel quasi totale abbandono dei principi cristiani.

I tiranni dell'Italia lo troveranno sul loro sentiero, sul loro sentiero imbrattato di sangue e di delitti e guai a loro! perché, codardamente fuggenti, gli lasceranno le loro mense imbandite ed i tappeti de' loro superbi palagi porteran per un pezzo l'impronta del suo rozzo calzare! Intanto egli è a Venezia per cui tanto aveva sospirato.

Parola Del Giorno

inopportunamente

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