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Aggiornato: 26 luglio 2025
Se fosse geloso del suo nome avrebbe conservato il patrimonio, non si sarebbe messo a fare il giornalista e il mestiere dello speculatore, avrebbe avuto vergogna di farsi amico di certa gente, che un tempo non poteva neppur sognare di avere una stretta di mano da un Urbani....
La duchessa Urbani infilò il braccio in quello dell'onorevole Carrani, mentre don Pio offriva il suo a Maria e s'incamminava prima attraverso il cortile e poi su per le scale. Donna Camilla, leggendo un libro di preghiere, aspettava nell'ampia sala da pranzo.
I pompieri lavorando faticosamente, aiutati dai soldati, non potevano tentar altro che d'isolare il palazzo Urbani e la casa della Stampa dal teatro in fiamme; tutto era perduto, perduto irremissibilmente, e il principe, che aveva ripresi i sensi, si aggirava come un pazzo pel cortile, nelle vie che circondavano il palazzo e il teatro, asserragliate dai cordoni di militari, e guardava istupidito quelle braccia operose, che cercavano di salvare almeno i tesori artistici della sua famiglia, e la sede del suo giornale.
Erasi finalmente pubblicato l'invito per l'unione dei Collegi elettorali; e la Reggenza diresse i suoi primi pensieri a porre in molta forza la Guardia nazionale per contenere le minacce dei malevoli, i quali nel giorno 21 singolarmente, che era il primo, davano non dubbi segni di grande sommossa con minacce di private vendette e di generale saccheggio. Fu la Guardia nazionale fortemente armata e divisa in vari corpi, ove piú vi fosse a temere, ed in forti pattuglie, che di giorno e notte proteggessero la pubblica e la privata sicurezza. Ma voleva la prudenza che la forza stessa fosse cosí regolata che non irritasse la plebe. Si dovette pertanto non armare i fucili colla baionetta e combinare la forza con modi urbani, cosí richiedendo l'indole della nazione. E fu per ciò che invece di chiudere le porte della citt
Sulla parete di fronte a lui v'era appeso un grande ritratto del cardinale Urbani, vestito della porpora, col lungo strascico coperto di merletto di Venezia, la croce di brillanti sul petto, i capelli scendenti sulle spalle in copiosi ricci, e lo sguardo imperioso e ardito.
Dopo la risposta sprezzante del marito, la povera donna, sgomenta di aver lasciato scoprire la gelosia che la struggeva, si era rinchiusa in camera sua e aveva lungamente almanaccato per mandare a monte quella serata alla Stampa, che autorizzava la sua rivale a far gli onori di casa per un ricevimento che dava don Pio, per un ricevimento dove avrebbe figurato l'argenteria, la livrea di casa Urbani, e dal quale ella era esclusa e per le sue idee e per la posizione ostile, che aveva presa la sera della elezione del marito.
Ma non vi furono feste nè pranzi al palazzo Urbani per quel fatto; non volarono, come la prima volta, i tappi delle bottiglie di champagne. Perchè questa musica? domandò la principessa udendo a un tratto durante il pranzo, sonare l'inno di Garibaldi nel cortile del palazzo. Mi hanno rieletto, disse don Pio continuando sbadatamente a mangiare. Ma tu rinunzi, non è vero? chiese donna Camilla.
La sua non era una elezione preparata da lunga mano, come egli non era preparato alla vita politica. Lo scioglimento della Camera in seguito alla caduta del ministero, avvenuto in primavera, aveva rese necessarie in maggio le elezioni generali, e un gruppo di elettori, ascoltando il suggerimento del Rosati, si era fatto propugnatore del nome di don Pio Urbani, principe della Marsiliana, non perchè fosse noto come uomo intelligente, nè come buon amministratore, ma solo per contrapporlo a un ricco mercante di campagna, il de Petriis, che, per la impopolarit
Come era riuscito a farsi, che un'antica lite fra il Municipio e la famiglia Urbani per la sistemazione di una strada laterale al palazzo, fosse composta all'amichevole, e che il Municipio pagasse per l'espropriazione di una striscia di terreno due milioni sonanti, che avevano coperto le spese di costruzione, e le spese vive del giornale, senza che il patrimonio Urbani ne risentisse nulla.
Al servizio ordinario nei castelli, nelle fortezze e sui pubblici legni armati, provvedevano i così detti artiglieri urbani, bombardieri o bombisti; propaggine delle cerne e particolare aspetto delle Landwehr venete che, in origine, erano così ricche di multiformi e fecondi atteggiamenti da milizia popolare.
Parola Del Giorno
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