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Il volgo, si sa, è tutta quella gente che non importa istruire, che è bene lasciare nell'ignoranza, per utile suo, e nostro, per non accrescere il numero degli spostati, come oggi si dice, o degli spostatori, come forse si pensa. Le donnicciuole, poi, sono le loro madri, e le loro mogli; se occorre, saranno anche le loro figliuole e le loro nipoti. Gli spiriti forti non si abbassano; deridono o sorridono, secondo i casi e gli umori; ma passano sopra, gloriosi della loro dottrina, o di quella del sapiente di rimpetto; il quale sar

SULPIZIA. Bestemmia la sua sorte crudele, i pazzi umori di suo padre, e si consuma in lamenti, in dolori. Ma Lelio, quando li parlate di me, che risponde? ARTEMISIA. Lagrime e sospiri; e credo ben che se Amor non lo aiuta in questo estremo punto, che saranno brevi i giorni suoi. SULPIZIA. Di grazia, raccomandatemi a lui. ARTEMISIA. Ed il medesmo vi prego che facciate di me al vostro.

Acido urico C H Az O . Trovasi nell'urina, nel sangue, nei reni, nella milza ed in vari umori e tessuti. È cristallino, in piccoli prismi retti a base romboidale, alle volte con angoli smussi, alle volte in piccole masse, variamente aggruppate o sotto la forma di dumb-bells, e come cunicoli stallattitiformi.

I quali umori poteano esser veri, ancorchè il Nangis apertamente errasse nella cagione del tramutamento del principe di Salerno da Messina a Cefalù, che fu appunto la contraria. Veggasi anche Saba Malaspina, cont., pag. 420 e 421; e il Neocastro, cap. 86, 88, 89. Bart. de Neocastro, cap. 86. Montaner cap. 95. Bart. de Neocastro, cap. 87. Bart. de Neocastro, cap. 88.

Fu la prima nuvola del loro azzurro, ma fu un nuvolone brutto, che come dall'intingolo si era passato ai nasi, così dai nasi si passò alle abitudini e dalle abitudini agli umori.

Scrivendo queste parole non si è dimenticato la imperfezione di quegli antichi parlamenti, i quali non eran sempre generali, aveano il potere legislativo netto come in oggi, rappresentavano la nazione in quel significato ch'or suona appo noi. Ma secondo gli umori dei tempi (e son più costanti i parlamenti d'oggi?) raffrenavano anch'essi gli abusi; come nel progresso di queste istorie si vedr

Il che nascea in parte dagli universali umori d'Italia; e dalla cultura delle lettere, in cui primo tra gli altri popoli italiani s'esercitò quel di Sicilia sotto gli Svevi ; in parte dall'antica indipendenza de' nostri principi dal papa, dagli spessi contrasti loro, dalle spregiate censure, dalle vicende stesse della repubblica del cinquantaquattro, messa su dai papi e abbandonata dai papi; e dal tristo dono infine di quest'angioino re.

Benvenuto, ella mormorava, benvenuto l'amico segreto del mio cuore; vieni, io sono fresca, e tempero l'arsura nelle membra febbrili; vieni, io ti darò a bere l'acqua gelida, che non si attinge a fontane terrestri; l'acqua di Lete, che procura l'oblìo. Se vorrai dormire io ti apparecchierò in questi miei umori un letto di aliche molle così, da infondere sonno nei corpi che non conoscono più riposo; qui nel profondo tu albergherai in palazzi di carbonchio incrostati di zaffiri; sotto la volta delle acque non morde aura ghiacciata di verno, non affanna l'ardente Sirio; quaggiù viviamo dilettate porgendo le orecchie allo arcano mormorio che muove dalle cose, le quali si formano e si disformano perpetuamente nelle viscere del mondo. Noi, se ti piace, o diletto, spazieremo seduti sopra la schiena dei delfini per la superficie delle acque, o inseguiremo negli antri profondi i pesci che fuggono, e gli altri che si difendono combattendo con la spada, o con la sega; io t'insegnerò a radere con la punta estrema dei piedi il fiore dell'onda, e a palpitare di volutt

Esse s'imbevevano il giorno della luce e dei salsi umori di Lido, felici di quella piena vita animale che ingagliardisce il sangue e stende sulle carni una delicata patina di bronzo; la sera, tornavano alle consuete eleganze o nelle grandi sale dei grandi alberghi o in Piazza San Marco. Si susurrava di passioni e di capricci, di gelosie e di tradimenti.

Gio. Villani, lib. 7, cap. 74, seguendo Giachetto Malespini, cap. 212, e portando com'esso il numero delle galee siciliane e aragonesi a sessanta. Questo è manifestamente esagerato secondo gli umori guelfi di que' cronisti; perchè si vedr