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Aggiornato: 22 giugno 2025
Egli pose la mano sul capo al fratello, e, voltata la faccia verso Banchi, a voce alta esclamò: Io per l'ultima volta protesto, don Bernardino mio fratello essere incolpevole di tutto misfatto; e s'egli confessò altramente, ciò fece per forza delle torture. Pregate per me.
Il dottore fu ancora lui a rompere il silenzio e disse ad Attilio: Signor avvocato, se avesse veduto la Rosilde in quei tali momenti avrebbe promesso come me di non funestare la vita dell'uomo ch'ella ha tanto amato. Quanto a Don Luigi è superfluo dirle che egli, appena sospettò i vincoli che lo legavano ad Aminta mise a repentaglio la sua pace, per sottrarlo alle torture del De Boni.
Gli spiriti forti hanno poco da ridere: Campanella, il quale non era certo un debole nè una donnicciola, rifugiatosi a Marsiglia per sfuggire alle persecuzioni ha confessato di aver sostenuto a ciglio asciutto prigionia e tortura e di aver pianto sperimentando l'opera benefica dell'illustre Pereiscius che l'ospitò: ed io che avevo non un Pereiscius, ma delle donne e molto belline, per ospiti e che ancora non ho provato torture, potevo piangere come il celebre perseguitato dalla Corte di Roma.
Dio, mio Signore, non turbare la mia gioia con le torture della morte. Ella si assise, tese l'orecchio ed.... aspettò. Il Padre Piombini non venne. Peste sia degli artisti! Don Gabriele era arrivato alle dieci del mattino, quel giorno stesso che doveva terminare in modo così lugubre per Bambina. La diligenza aveva anzi guadagnato due ore sui suoi arrivi abituali.
Mi accompagnò quindi al luogo desolato, dove il conte o duca sedeva per render giustizia ai vassalli o ai prigionieri di guerra e poi nelle camere di tortura, nelle carceri chiuse da forti cancelli, ed in altri luoghi, dove veniva eseguita la giustizia, nel buon tempo antico delle torture e della pena capitale, quando ancora non si discuteva in Parlamento l'abolizione della pena di morte.
Il «forzato» è colui che sta scontando la sentenza che gli ha inflitto il vecchio codice. Lo si può dire il martire del bagno penale. Nessuno ha subito le sue torture. Egli è passato attraverso tutte le sevizie che sono nel regolamento composto dagli «estratti dei regi bandi del 22 febbraio 1826». Un'infrazione qualunque, come quella, per esempio, di essere reo di bestemmia o di imprecazione contro l'onore e la riverenza dovuta alla Maest
Ciò fatto, mise sei soldati a custodirlo e si ritirò sotto un'altra tenda insieme col caid, per concertare che torture gli dovessero infliggere prima di troncargli la testa. La discussione durò lungo tempo: andavano a gara a chi proponesse dei tormenti più dolorosi; nessuno strazio pareva abbastanza orrendo; la sera era venuta, e non avevano ancora nulla deciso.
Eh! non sono io, Eminenza, che sospetto; ella è la calunnia, la quale non si arresta qui; ma va aggiungendo, che le confessioni spremute dal torchio di torture atrocissime non si devono attendere; e ch'era più breve farli tutti sparire, notte tempo, per entro ad un trabocchetto.
E immaginava di trovarsi libero, di scuoprir il domicilio di lei, rapirla a forza, e recatasela in luogo sicuro, sottoporla poi alle torture che egli, uomo sì mite, le andava preparando nella sua mente. Accettava nella prigione volentieri ogni lavoro che gli era commesso: e, a poco a poco, vedendone l'indole tranquilla, il carceriere lo aveva unito a sè in certi umili servizi.
Più del disonore che sarebbe ridondato su di lui se il giorno seguente non avesse potuto far onore alla sua firma, più di tutte quelle torture morali, che sogliono atterrire gli uomini minacciati dalla rovina, don Pio era intimorito dal fatto di quella banda di lavoranti, che veniva fino a Roma, fino al suo palazzo, a chiedergli il pane. La sua immaginazione gli rappresentava quei lavoranti stracciati, macilenti, gialli per la febbre, trascinantisi a fatica sulle lunghe vie della campagna, e gli pareva che si avvicinassero, che gi
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