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Questa interpretazione si accorda benissimo colle parole che denotano il motivo del castigo quello cioè «di non avere essi santificato Iddio». E quasi la giustizia divina non si tenesse tuttavia paga del castigo inflitto a quella generazione, i nostri dottori vogliono ch’essa sia uscita in queste lugubri parole: «Voi piangeste questa notte senza verun motivo.

Il «forzato» è colui che sta scontando la sentenza che gli ha inflitto il vecchio codice. Lo si può dire il martire del bagno penale. Nessuno ha subito le sue torture. Egli è passato attraverso tutte le sevizie che sono nel regolamento composto dagli «estratti dei regi bandi del 22 febbraio 1826». Un'infrazione qualunque, come quella, per esempio, di essere reo di bestemmia o di imprecazione contro l'onore e la riverenza dovuta alla Maest

Leone Tolstoi, nel porsi a raccontare la storia di un adulterio quando le ragioni pure dell'Arte informavano ancora l'opera sua di scrittore, premeditando di condurre la sua eroina dalla colpa grado grado alla disperazione e al suicidio, parve temere che il dolore castigo, il dolore inflitto dalla giustizia offesa, non avesse sufficiente efficacia artistica, e seppe con una ispirazione geniale infondere all'opera sua il fascino eterno del dolore prescritto dal Destino, del dolore senza causa conosciuta.

Dopo quel tentativo di suicidio, inutile, che non le aveva dato la liberazione, ella non domandò a Dio neppure più la pace. Il suo destino era di vivere, di amare, e di soffrire per l'amore, giacchè il Signore le aveva inflitto il castigo di amare un uomo diverso da lei per istinti, per temperamento, per carattere, giacchè sul suo amore pesava la fatalit

Egli impallidiva e tremava pensando per quanto tempo aveva trascurata la figlia, egli si chiedeva la misura del dolore che le aveva inflitto con la sua indifferenza; non le aveva mai dato un bacio, mai detto una parola buona, era stato per lei un estraneo. Ora essa, avvelenata da quella crudele noncuranza, moriva.

Chi dimandasse qual fu il rimprovero o il castigo inflitto da don Apollinare a Mattia, per quel disordine; mostrerebbe d'aver dimenticato, che il prete solo a udire parlar di Francesi, perdeva l'appetito, l'amore alla carica, la forza di farsi temere.

Quando io penso al potere dei preti, conservato malgrado ogni sorta di scelleraggine, appena credibile e che l'umana natura dovrebbe essere incapace anche d'ideare; malgrado l'aver ridotto fino all'ultimo grado la più grande delle nazioni, d'averle inflitto ogni specie d'umiliante degradazione, averla venduta tante volte allo straniero e sopratutto d'averla educata ai baciamani, alle genuflessioni, alla paura, alla prostituzione e ad ogni specie d'oltraggioso abbrutimento, per cui una delle più belle razze, è per loro rachitica, curva, inferiore moralmente e materialmente a tutte quelle altre razze che le furono alunne!

Troppo preoccupata per trovare da un artifizio da indurre il giovane a rivelare i proprii sentimenti, la contessa Rosalia si era ricordata a tempo della conversazione avuta col marito. Non era stato all'annunzio della probabile partenza del visconte, che Giulio le aveva fatto nascere i primi dubbii, nella previsione del dolore che la lontananza di Massimiliana avrebbe prodotto in Ermanno? Questa dunque era la riprova migliore e più semplice: all'annunzio di quella partenza Ermanno non avrebbe saputo più padroneggiarsi... Ma, a misura che il momento di mettere in atto il suo disegno si avvicinava, ella sentiva rinascere più forte il proprio imbarazzo. Era la repugnanza di fingere, era la paura di sentire un'amara conferma, era sopra tutto l'intuizione del tormento che avrebbe inflitto ad Ermanno. Egli stava , presso di lei, pieno di confidenza, in una intimit

Aveva paura che i suoi dubbi ottenessero una conferma, che qualcuno gli dicesse che era morta, morta davvero, e non sentivasi la forza di sopportare la dolorosa conferma, che gli avrebbe inflitto un eterno rimorso.

La maggior colpa però è mia; e consiste nel superbo intento di voler mettere la ragione nelle piccole irragionevolezze della Natura; consiste nell'invincibile repugnanza di profanare la donna riducendola soltanto vile strumento di piacere. Ma questo dignitoso sentimento è ora l'unica forza che mi permette di ricordare Fausta con continuo atto di adorazione. Io non ho inflitto alla sua bellezza, alla sua giovinezza, alla sua purezza, quel che giudico anche oggi la suprema mortificazione, il supremo oltraggio che si possa fare mai infliggere a una moglie. E per questo benedico all'inganno di lei. Ella è rimasta santa, immacolata; ella mi ha permesso, a costo della sua vita, di aver l'orgoglio di sentire che la unit