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Tornato dall'Affrica fui interrogato. Non dissi nulla, mi dichiarai innocente. Mi menarono in segrete. Mi custodivano due guardie, e non mi lasciarono mai: esse mi dicevano che mi si farebbe la causa. Mi fecero soffrire la fame, traveder la mannaia, mi fecero molte sevizie, ero ammalato e non mi permisero neanche d'andare allo spedale. Poi venne il presidente Morena, e mi domandò, se quando fui arrestato in Susa avevo armi. Risposi di no. Ma avendomi egli mostrato una pistola, gli dissi, è mia. In quell'occasione cominciai a lagnarmi dei pessimi trattamenti. Il capo-guardiano invece disse male di me, inventando che volevo guardie continentali, ed altro. Ricorsi al presidente perchè m'aiutasse, e mi liberasse da tanti guai. Ma stetti sempre sulla negativa, e fu per questo che mi ricacciarono in segrete, dove soffrii più di prima. La testa mi fumava, mi sentivo avvilito: scrissi una supplica a Morena perchè venisse al carcere. Difatti venne. Io, quando fui interrogato da Scandurra su' diversi reati, avevo un lapis, e notavo tutto quello che mi si domandava. Così ero in giorno di tutti gli avvenimenti; e con questi appunti, e con qualche cosa che lessi nei giornali, formai il mio romanzo, e lo dettai al signor Morena. (Ilarit

Il «forzato» è colui che sta scontando la sentenza che gli ha inflitto il vecchio codice. Lo si può dire il martire del bagno penale. Nessuno ha subito le sue torture. Egli è passato attraverso tutte le sevizie che sono nel regolamento composto dagli «estratti dei regi bandi del 22 febbraio 1826». Un'infrazione qualunque, come quella, per esempio, di essere reo di bestemmia o di imprecazione contro l'onore e la riverenza dovuta alla Maest

E, fra le lunghe prediche di parroci o curati, Fra le sevizie orribili di chi li ha dissanguati Per sprecar in un'ora quanto ha negato loro Pel lavoro d'un anno; fra la sete dell'oro E la fame, gli errori e lo spregio, i meschini. Gli arcadici pastori, son ladri ed assassini!

Fu condotto a Torino da una zia, la marchesa di Castelletto-Rugarole, e a Torino, fra le signore della Corte e del bel mondo, fra emigrati, patriotti, uomini politici e giornalisti, si cominciò quasi a dimenticare il martire che languiva lontano, fra gli stenti e le sevizie del carcere, per compiangere il bel giovinettino biondo e sottile che passeggiava sotto i portici di Po, sempre vestito a lutto, sempre raccolto in una mestizia grave.

Un giorno si sparse a New-York la voce che gli alienati rinchiusi in un manicomio municipale erano vittime di sevizie e di violenze da parte dei medici e degli inservienti. I giornali ardevano dal desiderio di pubblicare informazioni esatte in proposito; ma come ottenerle? Il personale sanitario e di servizio si guardava naturalmente dal dire la verit

"Era io rispondeva dolorosamente il bandito. Gli anni hanno corrugata questa fronte e s'è imbiancato il pelo tra i ferri e le sevizie di quegli scellerati che si chiamano ministri di Dio. La mia sola coscienza è rimasta pura! Io ho trattato ogni creatura infelice benignamente e lo potete attestar voi se vi fu torto un capello, se alcun danno v'incolse tra noi. Certo! ho voluto abbassare quei superbi sibariti, che vivono nel vizio e nella lussuria a spese dell'umanit

Ebbe un forte riscossone quando nell'aula, tra 'l silenzio della folla che pendeva dalle labbra dell'oratore, risonarono le tremende parole: «La sera del 29 marzo 1865, un'orda di malfattori invadeva il paesetto di S. Giovanni....» E uno più forte ancora, quando il giovane magistrato, dopo una descrizione viva delle sevizie fatte al povero Berlingheri, tuonò volgendosi verso di lui: «Tormenti barbari, inusitati, adoperati da un mostro che, il giorno avanti e il giorno dopo quel tremendo caso, pur vestiva l'abito sacro di prete

Quanto a me poi, sarebbe stato agevole farmi dichiarare scusabile a cagione delle sevizie e degli attentati del Conte Cènci.

«Questa è sevizie affricana, il nostro Regno andr

7. Non è necessario che la moglie resista al marito fino al punto di provare le sevizie, le molestie e gli altri inconvenienti summentovati, imperocchè allora, anche rendendo o offrendo il debito conjugale, non riuscirebbe spesso a togliere il male gi