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Aggiornato: 3 luglio 2025


Italia aveva conquistato il suo capo nel nido di vipere che avvelenavano Roma da tanti secoli; era caduto il fulmine, e vi aveva incenerito persino gli acciai degli strumenti di tortura e di roghi. Vi era un governo di tutti e per tutti, non so se lo chiamassero Repubblicano, ma so che il tempio di Temi della vera funzionava egualmente per tutti.

Dio mio! il mio povero padre amoroso, buono! alla tortura! colle sue carni strappate! la veneranda sua chioma insozzata, aggrumata da mortale sudore, e da sangue! in patimenti indescrivibiliPovera giovane! tale era il soliloquio che ti straziava. Ed il tuo tentatore?..... Eppure avea delle belle forme, quel mostro quel parto dell'inferno!

Tu se' dricta senza veruna tortura, ché fai el cuore dricto e non ficto, amando liberalmente e non fictivamente la mia creatura. Tu se' una aurora, che meni teco la luce della divina grazia. Tu se' uno sole che scaldi, perché non se' senza el calore della caritá. Tu fai germinare la terra, cioè che gli strumenti de l'anima e del corpo tucti producono fructo, che vita in e nel proximo suo.

Essa guardava con terrore que' magistrati, temendo che la sottoponessero alla tortura di un interrogatorio minuto: ma sempre padrona di , anche ne' più spinosi frangenti, si volse con un'occhiata molto significativa all'avvocato della famiglia Squirace, costituitasi parte civile.

Che farfalla, Dio buono, che farfalla gli è mai! E da te, cara Luisa, non è venuto da molti giorni? da giorni, da mesi; rispose la signora Argellani, posta alla tortura. Io non vedo nessuno da un pezzo. E allora perchè raccontarmi una frottola? disse la caritatevole amica, con aria di chi faccia una domanda a stesso.

Qua... tosto le cordicelle... la tortura delle cordicelle... Cotesta era una infame contesa: gli astanti erano sazii dello spettacolo; i carnefici stessi spossati dalla fatica; Beatrice non dava più segno di vita. Le cordicelle, vi dico... le cordicelle... tra un nodo e l'altro di tosse singhiozzava il Luciani.

Bisogna farne gustare l'amaro a goccia a goccia, e per questo ufficio pietoso le messe valgono un tanto più delle tanaglie. Queste coll'acutezza del dolore fisico facevano dimenticare lo strazio morale della distruzione imminente; quelle invece rinforzano più viva nell'animo la tortura del pensiero. Il martirio.

⁴¹⁷ Pag. 283. ⁴¹⁸ Iulian., 487, 11 sg. Pare che il prefetto d’Egitto, che era quell’infelice Edichio che, poco più tardi, sentì tutta l’ira di Giuliano per non essersi mostrato abbastanza vigoroso contro Atanasio, non riuscisse felicemente nel suo incarico di raccogliere i libri del vescovo assassinato, e che anche la tortura inflitta al segretario non avesse giovato allo scopo. Infatti abbiamo, nell’epistolario, quest’altro bigliettino diretto a Porfirio, probabilmente un impiegato dell’amministrazione egiziana⁴¹⁹. «Giorgio aveva una ricca e grande biblioteca. Vi erano libri di filosofia, d’ogni scuola, e molti di storia, e in quantit

E diventava più feroce nella brama: e con una strana fosforescenza negli occhi, e quel color di febbre che non lo lasciava notte, giorno, ripeteva in stesso cocciutamente ch'egli lo voleva quel tesoro, , lo voleva!... anche se per impadronirsene fosse stato necessario di passare sui cadaveri di suo padre e di sua madre. E come.... e come... Ed era la sua tortura.

Esaurite le informazioni e le considerazioni, io così parlai a quella banda di afflitti: Strettamente recinti dal nemico cento volte più poderoso di noi, impossibile la resa perchè esso tortura e scanna i prigionieri e perchè i garibaldini non si arrendono. Noi siamo perduti. La fortuna ci ha riserbato questa fine, ma la nostra volont

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