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Aggiornato: 3 luglio 2025
La tortura andava per verit
Il dabbene uomo queste proposizioni favellava singhiozzando, e il notaro per filo e per segno le ripeteva a Marzio; cerziorandolo inoltre, che tortura definitiva significava applicarlo ai tormenti usque ad necem; le quali parole latine, in lingua volgare suonavano fino alla morte. Marzio anche a questo assentì col capo, perchè ormai la lingua ingrossata gl'impediva la favella.
Ma quella! Quella voleva la grammatica, le regole, le definizioni. Una tortura. Ho misurato d'un tratto l'abisso della mia ignoranza. Sai cosa mi ha trattenuto dal fuggire? L'idea della scala buia, che non si può scendere correndo. Non c'era altro che lasciarla dire e seguitare intrepida: il temperino del mio maestro, il cappello della zia, l'ombrello del mio vicino....
Io soffrivo una tortura senza nome. La smania di sapere mi torceva l'anima; le imagini fisiche mi esasperavano. Il rancore contro Giuliana diveniva più acre; e il ricordo delle volutt
Vivere con degli amici e degli intellettuali come i miei compagni è una vera consolazione e spesso anche un'istruzione. La loro parola vi va per le orecchie come una carezza, vi solleva lo spirito abbattuto, vi distrae e vi porta in mezzo ai ricordi tumultuosi della loro professione battagliera. Ma sempre, sempre, sempre, senza mai un minuto di isolamento, diventa, spesso, una pena e una tortura!
Secondo che ci affiggono i disiri e li altri affetti, l'ombra si figura; e quest'e` la cagion di che tu miri>>. E gia` venuto a l'ultima tortura s'era per noi, e volto a la man destra, ed eravamo attenti ad altra cura. Quivi la ripa fiamma in fuor balestra, e la cornice spira fiato in suso che la reflette e via da lei sequestra;
Ma l'aspettazione della Rosalia e di Ramengo restò delusa. Non per questo egli si stancò; ma e la seconda e la terza sera rimase alla vedetta, e fin alla sesta soffrì quell'orribile tortura, sempre lusingandosi di veder giungere il rivale, sempre colla rabbia in cuore, coll'assassinio in mente: ma sempre invano.
È anzi degno di molto meglio.... Ci son tante belle ragazze nelle vicinanze.... E saran superbe d'esser corteggiate da Cipriano.... Ma mi lasci stare.... Non si ostini a una cosa impossibile.... Nientemeno! esclamò l'Arconti. Non insista, signor Roberto, disse la giovinetta, e le lagrime, non più rattenute, le colavan giù per le guancie. Che male le ho fatto perchè mi esponga a questa tortura?
Rosina si affaccendava con tutto zelo intorno al signor Marone, il quale non cessava di lamentarsi come un uomo alla tortura, e la non mostrò neppure d'aver visto lo speziale che era entrato chetamente in coda agli altri. Il giacente, appena scorse il medico, tese verso di lui le braccia ed esclamò quasi piangendo: Ah, mio caro dottore, mi salvi lei... Sono un uomo rovinato... Oimè! oimè!
Ecco i dubbii che m'angustiano, ecco la mia tortura, una tortura indescrivibile, che ho sopportato per anni ed anni, che mi ha avvelenato i giorni e le notti, mi ha tolto la pace, il sonno, mi ha dato ogni strazio, mi ha ridotto come voi mi vedete. Mio figlio!... Siete voi padre? Roberto rispose di no.
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