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Ansioso di terminare la burla, giunsi a farmi strada in mezzo a quel diascoleto: a tentoni trovai il tavolino, tolsi via il tappeto e la luce fu fatta. I moblots accettarono la burla: bisogna convenire che non sangue, ma acqua di malva avevano nelle loro vene.

Ma che adolescenti? replicò la signora Susanna Duranti Io dico che nessuna donna per bene può tener sul suo tavolino quei libri... Io mi vergogno di averne letti due o tre. La signora Susanna ignorava che sua figlia li aveva, di nascosto, letti quasi tutti.

Di tutta la scena con Fulvia non ricordava che il titolo del libro che aveva visto sul tavolino d'ebano intarsiato, e l'oscura domanda di lei: "È vero che non avrai per me dei segreti?" S'incamminò, senza volerlo, verso la Galleria.

E si consoli che l'ha scampata bella e ha fatto presto! Poi la padrona avvicinandosi al tavolino per deporre la tazza, soggiunse, sicura di fargli piacere: Vado a chiamare la signora Evelina. No! No! rispose Pietro colla voce fioca. È sempre lei che le d

E al suono della rauca voce grossolana si voltarono pur a guardare verso la porta i miei compagni di tavolino del Caffè Grande al Corso. Era l'ercole della troupe d'acrobati attendata a Giffuni dietro il mercato bovino. Buonasera risposi Che c'è? Non si lavora?

Don Settimio De Marinis discuteva di Pietro Metastasio col dottor Fiocca, non senza molti scoppi di voce e non senza una certa eloquenza fiorita di citazioni poetiche. Il notaro Gajulli, non sapendo con chi giocare, maneggiava le carte da giuoco solitariamente e le metteva in fila sul tavolino.

Folco udì girare la chiave nella toppa. Allora egli afferrò la busta, i manoscritti, i libri che giacevano sul tavolino, e con un gesto desolato li gettò di nuovo nel baule. Fissò l'uscio chiuso, domandandosi invano la ragione di tanta severit

Sul principio dell'anno le lezioni son frequentate che nulla più. I professori hanno il sorriso sulle labbra e gli studenti del pari. C'è in tutti una voglia di far bene; si portano in tasca i quaderni, si è tutt'orecchi, e si pigliano note a furia, e magari si avesse un barlume di stenografia! Poi, un bel giorno, vedete caso! il quaderno s'è dimenticato sul tavolino da notte, dove lo avevamo riposto per consolare una veglia studiosa. Pazienza; c'è un amico che l'ha portato; per quest'oggi scriver

Il conte Renato Sampieri era un uomo in sui cinquant'anni grande e bello nella persona. Stava seduto al tavolino cogli occhi fissi sul biglietto consegnatoli dal servo; vi si leggeva in volto un turbamento mal dissimulalo ed una grande sorpresa.

Antonio disse il suo nome. Non me ne ricordo... Dev'essere scritto su quella lista che c'è sul tavolino. Ah no, quella è dei raccomandati da Salicotto... Se non isbaglio, Grisostomo mi ha detto che Salicotto è un poco di buono... Come può mai essere?... Io mi confondo... Voi dunque siete raccomandato dal parroco?... Ah! se ci fosse Grisostomo!... Perchè venite quando non ci è lui?