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Sul tavolino, accanto alla tazza della cioccolata, che il Brinda sorbiva di tanto in tanto, era il giornaletto veneziano nel quale l'abate Pildani rendeva conto della esecuzione dell'Anna Bolena e criticava con garbo le volatine, i fiori, di cui abusava la giovane artista Amieri.

Nancy sospirò. Si alzò, e andò al tavolino di bambù, storto e zoppicante; ivi, su un piatto rotto, stava il calamaio; e la vecchia penna d'avorio vi giaceva in demoralizzata familiarit

Oh certamente! Io potrei uscir la mattina e tornar la sera, e Folco non mi domanderebbe dove sono stata.... Grande fiducia, grande stima, spiegò il signor Piero. E te la meriti! La contessa non volle ribattere. Vedete qua, ella soggiunse. Quando ricevo una lettera, la lascio sul tavolino, sulla sedia, dove il caso vuole. Non c'è pericolo che Folco ne guardi nemmeno la soprascritta.

Un vecchio cieco ha la sensazione di qualcosa d'ignoto mentre tutta la famiglia è raccolta in un salone, attendendo l'esito della malattia di una malata. Il pensiero, l'anima, dove sono? E nell'Interno? Una casa dalle finestre illuminate è in fondo alla scena; dietro i vetri si vede la famiglia raccolta attorno a un tavolino.

Il salotto della contessa Ginevra, sempre con quei vecchi mobili, sembrava attendere la stessa conversazione di tanti anni; la poltrona del povero Ambrosi portava ancora le tracce delle sue così pronte irritazioni nelle frangie sfilacciate dei bracciuoli; quella della contessa Ginevra, più larga e pesta dalla pesantezza del suo corpo, era presso al solito tavolino, sul quale il piccolo paniere da lavoro, in vimini dorati e con uno sportello rialzato, lasciava vedere tutto un aggrovigliamento di matassine e di gomitoli a mille colori.

Folco osserva e non dice nulla. Ma la contessa ha la preferenza per la madre: le scrive quasi quotidianamente, narrando le sue giornate; è ancora sotto il dominio di quella scaltra donna che ha fatto la fortuna della figliuola grazie al raggiro e la perfetta grazia della menzogna. Folco non può dimenticarlo. Una sera vede la contessa a tavolino, con la penna nella destra, come di solito.

I due amici erano usciti dalla camera, avviandosi giù per la scaletta nel tinello. Badi che c'è un chiodo accanto all'uscio disse Toniolo gentilmente l'avverto per l'abito. Sul tavolino, nel tinello, giaceva ancora il ritratto della sposa.

Seduto presso al tavolino, con la faccia nascosta fra le mani, egli, come se le parole di lei non gli fossero giunte all'orecchio, riprese quasi parlando a medesimo: Oh, non è un colpo improvviso... Gi

Seduta a un tavolino ingombro di matassine e rocchetti e cuscinetti per aghi e spilli e forbici e ritagli di stoffa, una giovine donna, baciata dal sole che pioveva un suo raggio dal finestrino, in alto, staccando una tinta d'oro dai suoi capelli biondi e copiosi, era intenta al lavoro.

In così dire, si era alzata per congedarsi. Lucia frugò in fretta in un tiretto del tavolino e ne tolse una crocetta d'oro appesa a una minuta catenella pure d'oro. La passò al collo della giovine, e baciandola, le disse: «In ricordo di me; e quando ci sar