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Aggiornato: 17 giugno 2025


Reprimete, finchè avete modo, e tacete. Avete troppo mentito perchè altri vi presti fede. La coscienza irritata del Popolo italiano vi toglie oggimai il diritto della parola.

ATTILIO. Conosco, carissima madre, avervi offeso, e però mi vergogno manifestarlovi. CONSTANZA. L'offese de' figli alle madri non passano la pelle: non sará mai tanto grande, che non sia vinta dall'affetto materno. Voi tacete? Manifestatela, figlio, ché troverete quel che vi dico.

Bene: disse allora, facendosi coraggio, la vedova: è un tale che può ajutarci e ajutare anche voi.... , vedete, me lo disse tante volte. È quel signor Omobono.... Ancora quell'uomo? Non mi fate quegli occhi; non mi guardate così. Tacete! capisco adesso questo mistero d'inferno.... Voi siete tanto buona che non arrivate a comprenderlo.

Giacomo inasprito duramente ordinava: Tacete... E se io non volessi tacere?... Troverei modo a chiudervi la bocca io . Tu troverai... oh! tu hai gi

Se vi è cara la vita, taceteEmilia, alzando gli occhi al cielo, sclamò: «Non c'è più speranzaEgli si volse alla moglie, la quale, rimessa dalla sorpresa, ne respingeva i sospetti con veemente asprezza.

Or tacete, bocche di conche e di sepolcri de morti: ché se provocarete la sua modestia, come or amichevolmente qui vi ammonisce, fará conoscer per sempre chi voi sète. Ma questi ignorantoni per la rabbia m'han fatto tralasciare il mio officio che era qui venuto a fare con voi.

Nelle pagine lunghe, su cui veglia la Storia, Tra le feste d'un giorno, tra una colpa e una gloria, Tra il sovrapporsi assiduo d'un evento a un evento, Dalle viscere umane esce sempre un lamento! Cristo, anch'egli, degl'empi rese il braccio più ardito! E fu il giorno che in croce, per le angoscie sfinito, Gridò un'ultima volta: "Sopportate e tacete!" Gli empi ne profittarono.

CAPITANO. Meglio per loro; ché non avea pelo indosso che non gridasse carne e sangue, ché giá di farne un scamazzo di loro l'ira m'era salita insino al naso. DULONE. Su, che badiamo? ERASTO. Tacete, vo' far il segno alla balia: fis, fis. CAPITANO. Questa non è la casa di Amasia. ERASTO. È di Cintio, che per un tragetto che abbiam fatto tra l'una casa e l'altra viene a ritrovarmi: fis, fis.

VIGNAROLO. Frena un poco l'ira, ché possa dire le mie ragioni. PANDOLFO. Di' ciò che vuoi. VIGNAROLO. Vorrei sapere di che vi dolete di me, se mi son affaticato tutto oggi per vostro bene? PANDOLFO. Perché mi hai tu sentenziato contro in favor d'altri! VIGNAROLO. Tacete voi ora: quando io fui giudice o consegliero che vi avesse dato sentenza contro in favor di altri?

Era Federico, che, appena udita la morte del principe, indovinando che il suo biglietto alla duchessa ne era stato causa, veniva stordito, confuso, voleva partire all'istante. Marco disperato, Camilla avvilita, Gabriella morta! Ah! per quanto male immaginasse, non avrebbe mai aspettato di vedere un terribile quadro! Marco, sussurrò Camilla, Marco tacete! Non mi accusate innanzi a lui.

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