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Aggiornato: 14 maggio 2025


Forse lo comprese, e lo perdonò al mio amore, inasprito dalla presenza altrui, che mi strozzava in gola la suprema parola; o forse il suo animo eletto non sospettò neppure la vilt

Io baciai affettuosamente la medaglia, ella se la ripose in seno, e camminammo lungamente in silenzio. Sentivo qualche cosa che mi strozzava la gola e mi toglieva la facolt

I valletti del boia sbigottiti stavano inerti, e l'ira strozzava il Luciani, che ormai balbutiva suoni indistinti.

Nei suoi tragici occhi passava la visione spettrale dei suoi figli morti, straziati tutti, dilaniati tutti dal Male orrendo che si accovacciava nei loro petti, che scivolava, subdolo, nelle loro gole, che balzava su di loro e li strozzava appena giungevano al limitare della giovinezza. Ed ora, dunque, anche Edith?

Io ti adoro, noi ti adoreremo tutti, insistè Vincenzo. Ma non basta per un uomo giovane.... Prima che dicesse di più, Vicenzino s'affrettò a rispondere a quel pensiero, che temeva di sentirgli esprimere, e che gli straziava il cuore: Io non ho amori. Poi si alzò, ed andò ad affacciarsi alla finestra, perchè la voce gli si strozzava in gola, e le lagrime gli velavano gli occhi.

Ma no, non è perduto, tutto padrona. Anzi potei raccogliere, ieri sera, alcune notizie su Abd-el Kerim, e posso assicurarti che non è morto. Fathma scattò in piedi come una leonessa. Ella afferrò Omar per le braccia scuotendolo quasi con furore. Notizie di lui! di Abd-el-Kerim! esclamò ella con una voce che l'emozione strozzava.

Eppure in quel momento era evidente che un'altra agitazione la turbava. Lottava con stessa. Sentiva d'avere un dovere da compiere, e non ne aveva la forza. Un momento s'accostò al figlio, e susurrò: «Senti, Marcopoi le mancò il coraggio di proseguire; una timidezza invincibile le strozzava le parole in gola. Quello che doveva dire era troppo difficile.

Si lasciarono con un cenno del capo e della mano, senza poter proferire una parola, l'uno l'altra: il dolore li strozzava.

Poi qualche cosa le sgorgò caldo e salato sulla guancia, e le sgocciolò in gola. Qualcuno era lei? si strozzava, soffocava... poi d'un tratto nella stanza c'era un dolore, un dolore stridente, lancinante, spaventevole. Una voce d'uomo diceva: Lasci stare, lasci stare. Non serve. Guardi qui. E ancora Valeria sentì che le voltavano il capo; e poco dopo un crepitìo, come se le tagliassero i capelli.

Metilde lesse attentamente la lettera di suo padre, la trovò ragionevole e generosa; la passò a suo marito che la scorse in silenzio, ma colle mani tremanti dalla collera che lo strozzava, non ebbe la forza che di pronunziare poche parole, e interrotte:

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