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Aggiornato: 22 giugno 2025
Poi ch'io potei di me fare a mio senno, trassimi sovra quella creatura le cui parole pria notar mi fenno, dicendo: <<Spirto in cui pianger matura quel sanza 'l quale a Dio tornar non possi, sosta un poco per me tua maggior cura. Chi fosti e perche' volti avete i dossi al su`, mi di`, e se vuo' ch'io t'impetri cosa di la` ond' io vivendo mossi>>.
.... Sorreggimi, Occhiglauca!... Ho la vertigine. Or mi trasmuto, come Dafne, in tronco. Lo spirto, in forma umana avvinto e monco, torna, d’un balzo, alla silvestre origine!... Boccadifiori, baciami!... Parole divine odo, calor di linfe suggo. E dalla vita e dalla morte fuggo, per annientarmi nel fulgor del sole.
Mi cinser la testa pietose D'un olio di rose soave: Mi tolser la nebbia che ingombra Lo spirto com'ombra letale, E Figlio mi dissero Ave! Noi siamo le eterne sorelle Noi siamo le belle immortali, Che sciolto il mister della Sfinge, Di morte non spinge la mano. Ci accoglie la selva divina, Che verde sconfina nascosa Ai cupidi sguardi dei vivi Di rose e d'ulivi fiorente: Riposa, riposa, riposa.
Ver e` ch'altra fiata qua giu` fui, congiurato da quella Eriton cruda che richiamava l'ombre a' corpi sui. Di poco era di me la carne nuda, ch'ella mi fece intrar dentr'a quel muro, per trarne un spirto del cerchio di Giuda. Quell'e` 'l piu` basso loco e 'l piu` oscuro, e 'l piu` lontan dal ciel che tutto gira: ben so 'l cammin; pero` ti fa sicuro.
Tu mentisci, o maligno spirto. Hai dunque dimenticato Sicor
Su quell'alto colosso eran mie ciglia Lungamente fissate da lontano, E quella fè che a tutto il cor s'appiglia Da me espelleva ogni pensier profano. Parea al mio spirto pien di maraviglia, Che il Santo stesso, alzando ivi la mano, Accennasse di Dio le creature Benedir tutte, e benedir me pure!
Si ode una musica solenne. Rientra ARIELE e dietro di lui ALONZO che fa gesti frenetici, aiutato da GONZALO. SEBASTIANO e ANTONIO anch'essi farneticanti sono sostenuti da FRANCESCO e da ADRIANO. Tutti entrano nel cerchio tracciato da Prospero e rimangono presi dall'incanto. Prospero gli osserva un istante, poi prosegue: Una solenne musica, e il più buono consolatore ad un insano spirto curino il tuo cervello or fatto inane e quasi nel tuo cranio arso. Restate qui tutti fermi per l'incantamento! Sacro Gonzalo, onesto uomo, i miei occhi quasi compagni ai tuoi lascian cadere le medesime gocce. Si dissolva l'incanto e come i raggi del mattino rompono il tenebrore della notte, scaccino, i lor rinnovellati sensi, ogni torpido fumo che ravvolge la lor mente più limpida. E tu, bravo Gonzalo, salvator mio solo e a questi fedel compagno io pagherò le tue grazie e con opre e con parole. Molto crudelmente, o Re Alonso, verso mia figlia e verso me usasti. Tuo fratello più oltre ancor nell'azion si spinse ed or, Sebastian, sei fortemente castigato e nel sangue e nella carne. E voi, fratello mio, che a mantenere l'ambizion soffocaste il rimorso e la natura e con Sebastiano i cui tormenti son forti per questo uccider volevate il vostro Re, io ti perdono, per quanto tu sia fuori della natura. I loro sensi cominciano a destarsi e la crescente, marea tra poco invader
Lo mio maestro e io soli amendue suso andavamo; e io pensai, andando, prode acquistar ne le parole sue; e dirizza’mi a lui sì dimandando: «Che volse dir lo spirto di Romagna, e ‘divieto’ e ‘consorte’ menzionando?». Per ch’elli a me: «Di sua maggior magagna conosce il danno; e però non s’ammiri se ne riprende perché men si piagna.
Mentre tutti dormivano al Kursaal, tra l'una e le due di notte, con un bianchissimo chiaro di luna, il piccolo diavolo andò a mettersi sotto la finestra di miss Dy, nell'ombra dell'edificio, e cavando dal suo venerabile Stradivari i suoni più teneri e parlanti, eseguì, come non sa eseguire che un Bernardini, la Romanza «Spirto gentil» della Favorita.
11 Col corpo morto il vivo spirto alberga, sin ch'oda il suon de l'angelica tromba che dal ciel lo bandisca o che ve l'erga, secondo che sar
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