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Nicla giudicò che si poteva leggere più tardi la narrazione d'altre consimili avventure, e aperse la terza lettera, dalla calligrafia aggrovigliata e rigida. Guardò la firma: F. Traldi. E spalancò gli occhi. La lettera diceva: «Gentile signorina.

Non vede? Questa cura di rimettere a nuovo le sue gioie. Signor Prospero mio, non ha mai posto mente che, quando si avvicina il tempo della cova, la cingallegra si mette al grave, e va attorno pel bosco a beccar le pagliuzze, per comporre il suo nido? Il signor Prospero spalancò gli occhi e la bocca ad un tempo; gli occhi per ammirare e la bocca per ridere. Ah ah! esclamò egli.

Socchiuse gli occhi indi li spalancò, guardando l'Ariberti come se volesse passarlo fuor fuori; e frattanto, senza muoversi dalla sua superba postura, diede la mano al Bonisconti, borbottandogli un asciutto buon , coll'accento cupo di un primo attore, che si prepara a recitare l'Amleto, od altra parte di forza.

La loro conversazione fu interrotta da un rumore della stanza vicina. Poco dopo Pasquale spalancò la porta che metteva al piano superiore, e videro entrare Andrea e Maria che portavano in un seggiolone la nonna paralitica. Il medico aveva ordinato di farla alzare dal letto, di vestirla, di trasportarla al pian terreno, ove l’aria balsamica del giardino, le avrebbe fatto del bene.

Vestiva il suo solito abito nero, ma aveva lo scialle e un velo in testa, come pronta ad uscire. La domestica spalancò tanto d'occhi. Loreta non scendeva mai così presto; poi... uscire col tempaccio che faceva! Infatti, durante la notte un violento uragano si era scatenato, ed ora sulle campagne allagate spirava un fortissimo vento. Signorina, esce?

Qui s'udì un rumore nella stanza vicina, poi il suono distinto di una pedata che si accostava all'uscio. I servi sgomentati, si ritrassero in fretta in fondo all'anticamera; l'uscio si spalancò, comparve il Lautrec, che si fermò sulla soglia, immobile come un marmo. I suoi occhi eran fissi come quelli di chi abbia smarrita la ragione.

All'alba. La carrozza partì e Polo passato l'atrio suonò alla porta del preside. Il duca * all'annuncio del giovane, fe' d'occhio a Cipriano, ed alzatosi spalancò l'uscio di una camera oscura e l

Poi si sentì trascinare dalla bionda, che quasi la sollevava, e si ritrovò sul marciapiedi, davanti al treno nero, interminabile. La macchina sbuffava. Un vento umido e freddo la percosse in faccia. Udì confuse voci e a un tratto urlare: In vettura! In vettura! Uno sportello si spalancò. La bionda salì per la prima, stese le braccia, afferrò Letizia e se la trasse dentro.

MERLINO. Ed io similemente trovomi essere manco idonio ad ascoltare toscano che bergamasco, e questo men aggradiscemi del romano o vòi latino. Dilché se hai pur a dirne piú, ecco ai nomeri latini mille orecchie ti spalanco e sbaratto. LIMERNO. Di qual nome fassi degno, Merlino mio, un uomo che ingrato sia? MERLINO. Dilli ragionevolmente «bestia». LIMERNO. Cosí da bestia te ne voglio trattare uno.

Verso le quattro udì una scampanellata; corse al balcone, vide Filippo, e la tentazione fu troppo forte: andò subito a tirare il cordone e la porta si spalancò innanzi al conte, che credeva di trovar la fanciulla con la mamma. Quando seppe ch'era sola, egli la guardò in silenzio ed ella guardò lui; le loro bocche si unirono e così, dopo tre anni, la piccola amica diventò la piccola amante.