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Aggiornato: 12 giugno 2025


Entra, Federico. Egli entrò. Sai che è tardi? Sono passate le nove.... Mi sono addormentato tardi, ed ero stanchissimo. Come stai? Così.... La mamma è levata. M'ha detto che Giuliana sta a bastanza bene. Vuoi che t'apra la finestra? È una mattinata stupenda. Spalancò la finestra. Un flutto d'aria fresca, inondò la stanza; le tende si gonfiarono come due vele; apparve nel vano l'azzurro. Vedi?

E accostandosi ad un uscio semichiuso, donde giungeva ai due interlocutori dell'anticamera un suon confuso di gente raunata, lo spalancò gridando: Zitti l

Annunziate il signor Gallegos! diss'egli, ponendo fine a quell'inutile interrogatorio. Il padre Gallegos! La signora marchesa lo aspetta per l'appunto. E così dicendo, il servitore corse sollecito innanzi al gesuita, e spalancò la portiera del salotto, per richiuderla dietro di lui.

Anche le donne erano impazzite. Una vergine bellissima si spalancò così a pochi metri di distanza, fra due rosai, al desiderio feroce d'un alpino, che, mutilato delle due braccia, realmente le mangiava di baci il viso, imprimendole il suo amore fra le poppe coi colpi reiterati del suo petto.

E rimaneva irresoluto dinanzi all'uscio, quando l'uscio, a un tratto, si spalancò: era la cameriera, una bella ragazza, che aveva aperto ad un garzone di caffettiere, il quale passò via portando sulle spalle un gran cesto vuoto. Cerca della signora Schönfeld? domandò la bella ragazza a Pietro Laner. Vorrei sapere.... avrei da dire una parola, per parte di suo zio, alla signorina Nora.

Niente, niente disse il donnone Il signore ha chiesto della baronessa. La biondina spalancò l'uscio e poi si trasse da parte. Ora si illuminava tutta quanta. Era vestita d'un camice azzurrino e gi

Cesare, Cesare! Ella spalancò un balcone; la viva luce del sole la ferì. Si spenzolò sulla ringhiera e gli gridò: Da tanto tempo, Cesare! Dal primo, dal primo momento... Tanto peggio disse lui, chinando il capo. E si perdè nella lontananza della via.

A quella confidenza inattesa, ed anche oscura parecchio, del sottoprefetto di Castelnuovo Bedonia, il signor Prospero spalancò gli occhi e la bocca ad un tempo. Come! diss'egli, dopo esser rimasto un istante in quell'atteggiamento di stupore. Tutto questo, nel matrimonio della mia nepote?

Ma intanto la Teobaldi l'aveva piantata sulla soglia; e quasi ad aumentar la stupefazione della femmina, riprese con tono imperativo: Domattina alle otto, una carrozza per Peschiera! L'ostessa spalancò la bocca, e allargò le braccia. Come, signora Clarice, vuol partire anche lei! esclamò la povera donna. Sarebbe offesa per quel che le ho detto, senza intenzione...? Che partire!

Silvio si precipitò in ginocchioni davanti la donna amata, spinto dall’amore sfrenato o dal rimorso, alzò le mani giunte verso di lei....... e in quel momento si spalancò la porta della camera, e Andrea e Metilde comparvero sulla soglia. Ci fu un minuto di sosta, e poi Andrea si slanciò verso Silvio colla mano armata dal coltello, e gli misurò un colpo che venne sventato dal braccio di Maria, la quale rimase ferita ad una mano, ma potè disarmarlo. Alla vista del sangue che spruzzò sul volto di Silvio, Metilde spaventata si mise a gridare, chiedendo aiuto, e fuggì precipitosamente giù dalle scale. Silvio si era alzato in piedi, dicendo ad Andrea:

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