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Aggiornato: 12 giugno 2025


Lalla si scosse, abbrividì, spalancò gli occhi esterrefatta, ma poi, sciogliendosi dello scialle e sfavillando negl'improvvisi riflessi della sua veste gialla, cacciò le mani nei capelli di lui e balbettando chiamami Satanella! con voce rotta, soffocata chiamami Satanella!... Satanella tua! si abbandonò così, senza muoversi dalla poltrona, dimentica di tutto, senza lacrime, sorridendo, vinta dai sensi e dalle immagini che le tumultuavano nella mente.

Mentre Rocco si fermò a custodia della scala, Damiano spalancò la porta, e vide stesa sul pavimento sua sorella, che non dava più segno di vita; il sangue le bagnava la fronte, le vesti, e rigava il terreno: la credè morta, assassinata.

A queste parole, uno sbadiglio che errava sulle labbra di Ramengo, si convertì in un Oh! e sentendosi tutto rimescolare, balzò in piedi di scatto; l'attenzione sua cambiò di natura, e spalancò gli occhi addosso il vecchio, il quale proseguì: Una donna e un bambino; signor : non c'è meraviglia che tenga: ma una donna vestita bene: n'è vero, Nena? doveva essere di condizione: giovane, bella che non le dico altro: e il bambino non finiva forse un mese.

Spalancò gli occhi... e le parve che la figura nera del prete, staccandosi dal fondo buio, lentamente si avvicinasse al suo letto: non era vero, ma lo vide quel prete, lo sentì piegarsi su di lei e mormorare parole di minaccia, di maledizione, di comando... Allora, cadendo col capo verso Giorgio, con faticosa respiro e con voce fioca, mormorò piano le ultime parole... irrigidì, la bocca aperta... sembrò che il misero corpo assecchito si allungasse per l'ultimo spasimo.... Lalla era spirata!

Come entrai nella mia stanza da letto mi feci al balcone che dava sulla via, e lo apersi, e ficcai lo sguardo laggiù nelle misteriose tenebre del mercato bovino. La notte era fredda. Sgusciò nella mia camera, per lo schiuso delle vetrate, una folata di vento e quasi me le spalancò a dietro.

Spalancò la finestra, si avvide d'aver rovesciato il calamaio sopra la scrivania di suo marito e contemplò il guasto, il disordine con occhio asciutto; una grande idea, fulgida come il raggio del sole che entrava dalla finestra, le aveva illuminato la mente.

Laura riceveva, mi disse la cameriera, prendendomi il soprabito e il cappello. E spalancò la porta a vetri che dava passaggio nella sala ampia, soleggiata.... Un calore insopportabile mi afferrò sùbito alla gola; era acceso il caminetto, e così carico di legna scoppiettanti, come a pena era logico nel più immite gennaio... Innanzi al caminetto stava Laura Uglio, ravvolta nella pelliccia.

Il Segretario, spiegato il foglio, spalancò gli occhi dalla sorpresa. Cardello non osava di domandargli: Che cosa dice? È il suo testamento! soggiunse il Segretario. Lascia tutto a te, la fabbrica e il resto del premio che il Municipio deve pagargli: sei mila lire, Cardello, interdetto, non respirava; temeva di avere inteso male.

Eccellenza, credevo le fosse venuto male e stavo in gran pena, gli disse il cameriere. No, sto benissimo, e non mi sono mai sentito tanto bene da molto tempo. Fatemi apparecchiare il pranzo nel salotto. Il cameriere andò a trasmettere gli ordini, e il principe, salito nel salotto, spalancò la finestra per respirare liberamente, per lasciare che i polmoni si allargassero come il cuore.

Ma la Nena non poteva liberarsene; ormai le era addosso, la toccava e nello stesso tempo che la vedeva chiara dinanzi, la sentiva sul petto greve, opprimente. Si svegliò che credeva di soffocare; spalancò gli occhi; eccola ancora, quella grinta, in mezzo al buio della cameretta!.... Accese il lume impaurita, si provò a pregare; no, no, non poteva; aveva la mente troppo sviata, troppo sconvolta.

Parola Del Giorno

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