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Aggiornato: 18 giugno 2025
Parlava con un po’ di fatica, sottovoce, della sua casa lontana, di gente che voi non conoscete, di luoghi belli e distanti che forse non vedrete mai; parlava con una voce piana, senza ombra di timore, come una buona sorella... E fu la vostra amante in una camera d’albergo, dopo una sera troppo calma od un bicchiere troppo colmo... Chi era?
Fuggire? Fuggire con lei? ella disse sottovoce, gi
Che bagolon! disse sottovoce Ezio con quello spirito caustico che era quasi l'aroma del suo carattere. Non vedo nessuno ma vi sento. Stese la mano a donna Vincenzina, dicendo: Grazie, grazie! E riconosciuto alla voce lo zio, gli disse: Crepi l'astrologo! E quando gli dissero che c'era anche Cresti, gli domandò: Come vanno i conigli?
Landolfo (sottovoce). Ma perché voi, Maest
«Accordatemi pochi minuti di colloquio,» le diss'egli avanzandosi al di lei fianco, «ve ne scongiuro: io sono infelice.» Quantunque avesse parlato sottovoce, il conte lo intese, e replicò che Emilia era troppo indisposta, onde poter parlare con alcuno, ma che ardiva accertare ch'ella avrebbe veduto il signor Valancourt il dì seguente se fosse stata meglio.
Ma l'altro non se ne diede per inteso; dopo cena, dietro le spalle della madre che, stanca del viaggio, cascava dal sonno, continuava a strizzar l'occhio e a far l'atto di tirare un colpo colla stecca. Daniele era sulle spine, temendo che sua moglie si accorgesse di tutta quella mimica. Sì!... ho capito!... diceva Giacomo sottovoce appena la mamma sar
E quetamente, tirandosi un po' indietro, i due si posero a discorrere sottovoce, guardandosi con dolcezza, l'uno prendendo la parola dall'altro, senza mai alterarsi, senza mai alzare il tono della voce, mentre la soave musica glückiana che culla l'incantesimo del cavalier Rinaldo, pareva cullasse quel dialogo così mite e così dolce. In verit
Clara Lieti e i due nostri cavalieri gli dettero subito un po' della loro cena, ridendo, mettendo tutto nello stesso piatto. Egli cenò quietamente, in piedi, senza rivolgermi la parola. Io chinavo gli occhi, abitata. Egli si curvò, a dirmi sottovoce: Datemi la vostra coppa di champagne. Io non seppi fare altro che porgergliela. La mia mano tremava lievemente.
Abd-el-Kerim guardò Hassarn che non staccava gli occhi dal volto dello sceicco. Che ne dici, Hassarn? gli chiese. Non so quale pericolo possa correre Fathma, ora che Notis è morto, tuttavia si può andare a vedere ciò che desidera. Chi sa! Abd-el-Kerim cinse la scimitarra e si pose in capo il fez. Hassarn lo fermò nel momento che stava per seguire il bandito. Abd-el-Kerim, gli disse sottovoce.
Silenzio. A quando a quando l'infermo chiamava sottovoce: Ernesta?... Accorreva essa e gli ordinava con un bacio: silenzio! Quanti fantasmi luminosi in quel buio, quante parole confortatici mormorate da invisibili creature! Le ore scorrevano lente, il cuore della povera donna le misurava con un battito tranquillo.
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