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Aggiornato: 1 giugno 2025
«Io scrivo al signor Quesnel,» le disse egli, allorchè la vide entrare, «in risposta ad una lettera che ho ricevuto ultimamente. Desiderava parlarvi sopra un articolo di questa lettera. Anch'io desiderava intertenermi con voi di tal soggetto,» rispose Emilia.
Non fate com'agnel che lascia il latte de la sua madre, e semplice e lascivo seco medesmo a suo piacer combatte!>>. Cosi` Beatrice a me com'io scrivo; poi si rivolse tutta disiante a quella parte ove 'l mondo e` piu` vivo. Lo suo tacere e 'l trasmutar sembiante puoser silenzio al mio cupido ingegno, che gia` nuove questioni avea davante;
Ti manderò questa lettera quando tutto ciò che scrivo in essa non sar
Non scrivo di più. La Tua memoria è santa. Tu fosti il mio angelo, ho tanto sofferto per Te. Ma non ti odio, no, no! Ti benedico. Forse sono l'ultime righe che scrivo. Seppellirò tutte queste carte, ma la tua memoria sar
«Appena sei partito ho data la felice notte ai miei amici ed eccomi nella mia camera. Voglio tanto bene a questi perfetti amici, ma quando tu mi lasci soffro di stare con altri, desidero esser sola per ritrovar te, per stringerti al mio cuore nel più profondo mistero, come dice la cara poesia. «Non ti scrivo per dirti che ti amo, benchè avrei tanti volumi da riempire con questo.
«Io scrivo senz'odio e senza amarezza. Il primo mi fu sempre ignoto. Ma uno sdegno profondo mi solca l'anima, quand'io penso al come si giochi quaggiù sul tappeto d'una Cancelleria la libert
L'ottobre cade e io scrivo quest'ultima pagina nel paesello perduto fra le montagne, dove la mia famiglia ebbe il suo umile principio, dove uso condurre ogni anno, in perfetta solitudine, un mese di vita più semplice e contemplativa che gli amici miei non comporterebbero.
Ora è senza febbre, ma la tengo a letto per precauzione. Mentre scrivo, ella dorme tranquilla, e io, alzando gli occhi dalla carta, vedo il suo visino affilato dalla breve malattia, vedo le sue manine rosee che spiccano sulla coperta bianca... Caro, caro angiolo!
Ti amai, Ti amai, versai, nelle lettere che ti scrissi, l'anima mia, ti dissi il mio tormento, rinunciai alle prepotenti gioie che mi provocano a' miei anni, studiai, mi dedicai ai poveri, e al mio paese... E Tu? Come mi rispondesti? Tu chi ami? Ah fosti crudele! Ed io perchè amo di acuire così il mio dolore? Vi chiudo nel mobiletto, o pagine tristi, e siate l'ultime che scrivo!
«Non mi è possibile vedervi ancora, non lo posso! e perciò vi scrivo queste righe che indirizzo a Firenze dove vi recherete subito, com'è il vostro progetto. Eschilo, Omero, Dante, Shakespeare e gli altri, li vedete fulgidissimi nel cielo del passato, circondati da luce eguale ed eterna? I posti sono gi
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